PALERMO – È una storia di povertà, e di giustizia. Una giustizia che sa essere clemente con chi ha perso tutto nella vita. Anche e soprattutto lavoro e affetti.
Come Salvatore, che faceva il rappresentante di tessuti e si è ritrovato a vivere dentro una vecchia auto. Nel 2012, quando aveva sessantadue anni, l’uomo si rifugia in una scuola di proprietà dell’Istituto autonomo case popolari. Si tratta della Ugdulena di via Mura di San Vito.
Non è solo, ma in compagnia di altre due persone, un rumeno e un giovane palermitano. Intervengono i vigili urbani. I tre vengono allontanati e finiscono sotto processo.
Il giudice Grazia Carollo li ha assolti, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Enrico Bennici. Agli imputati è stato riconosciuto lo stato di necessità. Hanno perso tutto. Forzare la porta di ingresso della scuola era la sola alternativa alla strada che gli era rimasta.