ROMA– Totò Cuffaro sul ‘Corriere della sera’ in un colloquio dal carcere con Giovanni Bianconi, firma di punta di via Solferino, si racconta. L’ex governatore della Sicilia sconta a Rebibbia una condanna definitiva per favoreggiamento aggravato. L’ultimo episodio in cronaca è la negazione dell’affidamento ai servizi sociali, stabilito dal giudice. Motivazione: non ha collaborato con la giustizia: “Io non ho ancora capito che cosa potrei dire – dice Cuffaro a Bianconi – visto che sono solo l’anello di una catena di condannati. Mi ero illuso. Vorrà dire che avrò il tempo di laurearmi in Giurisprudenza e di scrivere un terzo libro”. Un secondo, con una dedica a Marco Pannella, strenuo difensore dei diritti dei detenuti, è in arrivo.
Cuffaro si spiega: “Io mi faccio carico delle mie responsabilità, non solo penali, ma complessive. Ho fatto parte di un sistema istituzionale con incarichi importanti (…) lo stesso sistema che poi mi ha messo sotto accusa, trovando gli elementi per condannarmi. Posso pensare che ha sbagliato, ma non posso contestarlo. Avessi ritenuto che il sistema fosse squilibrato o ingiusto, avrei dovuto combatterlo prima, non adesso che sono chiamato a pagare certe conseguenze”. Si parla anche di Berlusconi, nel colloquio: “Io nei confronti di Berlusconi continuo a nutrire l’affetto di sempre. Ma credo che avrebbe dovuto comportarsi diversamente; doveva lasciare la carica senza aspettare che il Senato dichiarasse la decadenza e adesso dovrebbe scontare la pena in carcere, senza chiedere l’affidamento in prova, né altro”.
Il bilancio? “Io ho commesso degli errori – dice Cuffaro -, anche se non tutti quelli per cui sono stato condannato. Sono andato a sbattere contro la mafia. Ma non mi sento una vittima, sebbene pure con me ci sia stata un’attività investigativa e giudiziaria non proprio normale. Ho sbagliato a coltivare certe frequentazioni, a fidarmi di certe persone. Ho sbagliato, oggi sarei molto più attento e guardingo (…). Lo ripeto, io non ho avuto rapporti con Cosa nostra. Ci sono andato a sbattere e in Sicilia può capitare”.