CATANIA – Hanno resistito all’ultima pioggia del 2013. Chi con ombrelloni, chi con gazebo improvvisati, chi con lenzuola di cellofan. Anche quest’anno i “bummari”, ovvero i venditori abusivi di esplosivi pirotecnici, non hanno disertato le strade catanesi. Qualcuno si è ritagliato uno spazio commerciale al viale Vittorio Veneto, qualcun altro ha scelto l’incrocio tra la via Gabriele D’annunzio e la via Vincenzo Giuffrida. Ma il più dei venditori si è posizionato, come da tradizione, nei quartieri più popolari della città.
É il mercato di piazza Carlo Alberto, sede dello storico mercato catanese, l’area maggiormente affollata da abusivi. “Ce ne sta uno ogni due bancherelle”, riferisce un passante. Stesso scenario a Lineri, Picanello, San Leone o tra le strade interne di Cibali. Conferma le attese anche Catania Sud. In via Plebiscito, all’altezza di via Santa Maria delle Salette, se ne contano otto nel giro di pochi metri. A gestire le particolarissime bancherelle sono soprattutto minorenni, che a loro volta smerciano materiale pirotecnico ad altri minorenni, senza – ovviamente – alcuna riserva precauzionale.
Il materiale in vendita è tra i più colorati. Si vedono esposte soprattutto fiaccole, vulcani e fontanelle. Tutti prodotti dal basso potenziale esplosivo. Mancano petardi o bombe carta. “Su ci spii però capaci ca ti nesciuni n’arsenale”, commenta un catanese dall’aria navigata. Una traccia che LiveSicilia, tuttavia, non ha verificato direttamente.
In generale, però, sembra che il numero dei “tavolini” abusivi sia in diminuzione rispetto allo scorso anno. Nei pressi del viale Mario Rapisardi, area storicamente assortita di esplosivi, è difficile rintracciare venditori. Stessa cosa vale per la Barriera o per San Paolo, quartiere che ricade nel territorio di Gravina di Catania. Il settore è dunque in crisi. Complice di questa flessione c’è probabilmente l’aumento dei controlli da parte delle forze di polizia, ma anche l’incremento del numero di esercizi commerciali che praticano la vendita di “botti” legali.