MESSINA – È stata rinviata al 20 giugno l’udienza preliminare nei confronti dei 50 imputati finiti nel ciclone giudiziario dell’inchiesta Beta che ha fotografato gli assetti mafiosi nell’asse Catania-Messina. Ai raggi x la famiglia Santapaola che ha creato – attraverso il nipote del padrino Nitto, Vincenzo Romeo – una costola criminale a Messina. Una cellula che ha messo radici e creato un network criminali di altissimo livello: con le mafie, le forze imprenditoriali, uomini delle istituzioni, esponenti delle forze dell’ordine. Una piovra in grado di penetrare i propri tentacoli in più ambienti. E fa della diplomazia mafiosa il punto di forza. Un cognome di rango criminale e poi la dialettica per chiudere affari illeciti. E quando è necessario il manager del crimine rispolvera i tradizionali metodi di Cosa nostra e usa la forza della violenza e dell’intimidazione.
Nel corso dell’udienza di ieri sono state sollevate eccezioni da parte di alcuni difensori relative alle notifiche degli avvisi di conclusione indagini e, inoltre, vi sono state richieste di inammissibilità di alcune costituzioni di parte civile presentate. Inoltre il pm ha depositato un’integrazione probatoria ed ha depositato le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Biagio Grasso, l’imprenditore milazzese che ha deciso di vuotare il sacco lo scorso luglio. Il 20 giugno saranno formulate le scelte di eventuali riti alternativi.