RANDAZZO – Dopo l’occupazione del Municipio di Giarre, da parte dei colleghi di Giarre e Riposto, la protesta dei netturbini, dipendenti della “Aimeri Ambiente” che gestisce il servizio di raccolta nell’Ato Catania 1 Joniambiente, si sposta a Randazzo. Da ieri, un gruppo di circa 30 lavoratori, ha occupato la Sala Consiliare del Comune etneo, rivendicando il proprio diritto a essere pagati, e lamentando ritardi nel pagamento degli stipendi. In verità, la faccenda è molto più complessa di quel che appare, e l’occupazione della Sala Consiliare, è solo una piccola parte della situazione, che sta man mano precipitando. L’Ato Joniambiente, deve all’Aimeri circa 15 milioni di euro e, a sua volta, vanta grossi crediti con i Comuni soci, tra cui 8 milioni di euro dalla Provincia di Catania, 1 milone e 600 mila euro da Giarre, 1 milione e 350 mila euro da Randazzo. Oltre a altre cifre meno consistenti, che devono gli altri Comuni. Solo Bronte, Fiumefreddo, Milo e S. Alfio sono perfettamente in regola con i pagamenti. L’Aimeri ha finora anticipato, come previsto dal contratto, sei mesi di stipendi, ma ora il tempo è andato ben oltre, e la ditta che è ancora ferma a parte dei soldi dovuti a maggio, non ha più la necessaria liquidità per garantire stipendi e pagamento delle spese.
Così la situazione è precipitata, da giorni la raccolta nei Comuni avviene a singhiozzo, e gli operai, lamentano di non avere avuto lo stipendio, e soprattutto di non avere a disposizione i mezzi necessari alla raccolta e stoccaggio dei rifiuti. I Sindaci si sono riuniti sia il venerdì scorso, sia il lunedì, ma nulla di nuovo è venuto fuori. Di certo, se i Comuni non saldano le fatture, difficilmente gli operai avranno lo stipendio. Occorrono almeno 5 milioni di euro entro dicembre, per uscire da questa impasse. E oggi, gli operai di Randazzo, Maletto, Bronte e Maniace, hanno iniziato l’occupazione della Sala Consiliare del Comune di Randazzo, che è il Comune della zona, che ha il maggiore debito nei confronti dell’Ato. Al sindaco, Ernesto Del Campo, gli operai hanno chiesto di provvedere al pagamento, e Del Campo, ribadendo la propria solidarietà agli operai, ha detto che a breve avrebbe provveduto a pagare qualche fattura.
Gli operai sono stanchi di aspettare. Molti tra di loro sono stagionali o precari e il mancato pagamento aggrava delle situazioni famigliari già molto critiche. Tutti attendono risposte, i cittadini, che nonostante paghino devono subire i disservizi, e lamentano pessime situazioni igienico sanitarie, dovute all’aumentare di cumuli di rifiuti in strada, e da micro discariche nelle campagne; l’Ato, che cerca di fare quadrare i conti che comunque non tornano; gli operai, a cui da giorni dicono “oggi arriva il bonifico”, ma nonostante l’impegno, e la raccolta fatta a tentoni e con pochi mezzi, non vedono né stipendi né tredicesima. Infine ai sindaci, che si devono dividere in 2 categorie, quelli che pagano e hanno il disservizio, e quelli che non pagano, che hanno lo stesso disservizio. Ma che comunque non possono protestare, perché quasi tutti, sono in gravi situazioni debitorie nei confronti dell’Ato.
Una delle tante storie di Sicilia, in cui il sistema Ato ha portato costi elevati e servizi pessimi. Mentre i “soliti noti” pagano. Il neo presidente della Regione ha promesso che la gestione dei rifiuti tornerà ai Comuni, ma occorre fare presto, ogni minuto che passa milioni vanno via dalla Sicilia. A Randazzo l’occupazione prosegue, e tra qualche giorno è Natale, festa di pace e serenità, anche i dipendenti dell’Aimeri hanno diritto a passare una festa serena, ma se gli viene negato lo stipendio, la tredicesima, i diritti che rivendicano, il Natale non potrà essere sereno, nel frattempo molti Comuni che non possono pagare la propria quota preparano i programmi natalizi, quelli non possono mancare, ma la raccolta rifiuti si. La Sicilia è anche questa.