I dipendenti dell'Opera Pia Ruffini | "Lorefice non ci abbandoni" - Live Sicilia

I dipendenti dell’Opera Pia Ruffini | “Lorefice non ci abbandoni”

La protesta dei dipendenti dell'Opera Pia Ruffini in Cattedrale

L'appello all'arcivescovo e il sit-in dei dipendenti in Cattedrale.

PALERMO – Sono arrabbiati, preoccupati e stasera sono tornati a protestare, questa volta davanti alla cattedrale di Palermo: sono i 43 dipendenti dell’ “Opera Pia Cardinale Ruffini”. “Con dicembre saranno quindici le mensilità di stipendio arretrate di cui sei consecutive – spiega Ernesto Bellitteri, dipendente e rappresentante sindacale della Uil – così non si può più andare avanti. Facciamo un appello al nostro presidente, faccia qualcosa per non allargare le fila del popolo dei disoccupati a Palermo”.

Il presidente in questione è l’arcivescovo Corrado Lorefice e il rischio è quello concreto che alla fine di dicembre tutte le commesse dell’opera pia vengano chiuse e le attività sospese. I lavoratori svolgono attività legate al sociale: gestivano l’asilo nido “Pesciolino rosso” nel difficile quartiere della Guadagna ormai chiuso e i bambini dirottati in altre scuole, si occupano di assistenza anziani, bisognosi e del “Cor” Centro occupazionale per disabili. “Questa amministrazione che gestisce l’opera Pia, che sia chiaro, ha chiuso e sta smettendo servizi attivi che non solo sono utili alla collettività, ma che funzionano bene – sottolinea Bellitteri – noi dipendenti siamo disponibili e vogliamo venire incontro alle richieste dei vertici ma a tutto c’è un limite”.

L’opera pia da anni ormai ha accumulato debiti per quasi due milioni di euro e in più ha visto gradualmente tagliare sempre più i fondi stanziati dalla Regione. Della grave situazione in cui versa l’Opcer ne aveva parlato pubblicamente lo stesso Lorefice che aveva spiegato che tra le cause del deficit ci sono anche i ritardi nel pagamento dei crediti da parte della pubblica amministrazione per la quale l’ente svolge molti servizi. In questa ottica lo scorso ottobre l’arcivescovo aveva chiesto ai dipendenti di fare uno sforzo e accettare una riduzione delle ore lavorative, almeno da 36 a 30, per scongiurare i licenziamenti: “È una misura certamente sofferta e, personalmente, profondamente dolorosa. Dietro i numeri – aveva detto Lorefice – per me cristiano e vescovo, ci sono persone e non cose, ci sono famiglie, case, pane, vita”. “Massima solidarietà per i lavoratori e le loro famiglie – dice il vicepresidente della prima circoscrizione Antonio Nicola presente al sit-in – auspichiamo che possa trovarsi al più presto un accordo fra le parti magari prima del Santo Natale”.

I lavoratori nel frattempo non hanno dubbi: “Noi abbiamo accettato questa condizione – spiega oggi il rappresentante sindacale – ma altre clausole sul tavolo ci hanno fermato, nello specifico quella che tramuterebbe il nostro contratto stipulato con un ente pubblico a contratto stipulato con un ente privato”. Qui si sono interrotte le trattative sindacali e da qui dovranno riprendere il prossimo 14 dicembre, data fissata per un nuovo incontro fra dirigenza, sindacati e dipendenti. 

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