PALERMO – Anche quest’anno, puntuali come il Festino di Santa Rosalia, sono scoppiate le polemiche sulla manifestazione che celebra la “Santuzza” dei palermitani. Un copione al quale la città si è ormai praticamente abituata, così come per le querelle che nascono in occasione del Natale o del Capodanno: veleni e accuse incrociate che, in alcuni casi, sfociano in esposti, denunce e indagini, sia interne al Comune che da parte della magistratura.
Il Festino e le manifestazioni natalizie sono, del resto, le uniche due grandi occasioni rimaste in cui l’amministrazione indice delle gare per gli operatori della cultura. Budget di certo non elevatissimi, ma comunque una manna dal cielo in un periodo di vacche magre come questo. Ma dal 2012 a oggi queste occasioni, quasi sempre, sono diventate motivo di aspre polemiche, con buona pace di quel clima di unità e serenità che dovrebbe caratterizzare eventi come questi.
Il Natale e il Capodanno del 2012, per esempio, scatenarono un putiferio con parecchie associazioni che puntarono il dito contro Palazzo delle Aquile, non tanto per il concerto di San Silvestro quanto per le manifestazioni tra fine dicembre e inizio gennaio, con la Cgil che arrivò addirittura a minacciare un esposto in Procura. Più liscia è andata per il Festino 2013, in cui le polemiche ci furono ma non per le gare: a surriscaldare gi animi furono i loghi del Pride sulla Cattedrale e la festa, per pochi invitati, organizzata sul tetto dei Crociferi.
Natale 2013 fu un altro putiferio, con procedure espletate in grande ritardo (tanto da spingere il sindaco a ordinare indagini interne) e un Capodanno assegnato all’ultimo minuto e motivo di un esposto della Terzo Millennio, trasformatosi poi in indagini da parte della magistratura su organizzatori e burocrati comunali. Il Festino del 2014 si salvò per un soffio: la vittoria della Mymoon, oltre a provocare le proteste di chi voleva un’edizione tutta in salsa palermitana, portò a un ricorso al Tar (per mancanza del componente Urega) della Terzo Millennio, eterna seconda, con richiesta di sospensiva ritirata all’ultimo minuto per non mandare gambe all’aria la sfilata del 14 notte. Per non parlare dell’aggressione subita da Monica Maimone, che di certo non rasserenò il clima.
E se il Natale 2014 è passato quasi in sordina, almeno sul fronte delle polemiche, il Festino 2015 non è scampato alla regola: critiche, accuse, esclusioni, ripescaggi, con gli uffici ancora una volta sotto accusa per le procedure seguite. Insomma, un copione ormai noto che sembra diventato di diritto il corollario di ogni kermesse organizzata da Palazzo delle Aquile. Ha fatto eccezione il Festino del 2012, quello che sancì la grande popolarità di un sindaco Orlando da poco eletto. Peccato che quello sia stato fatto con un affidamento diretto, per i tempi eccessivamente risicati. A dimostrazione, forse, che per evitare le polemiche e i pasticci, a Palermo, serve necessariamente evitare quelle procedure pensate proprio per garantire trasparenza ed equità. Un paradosso bello e buono, insomma.
Ma a esasperare gli animi concorre anche il ritardo con cui il Comune indice le gare, costringendo gli uffici al tour de force, con i contratti firmati a manifestazioni già concluse e a rischio di chi le vince.