PALERMO – Il boss detenuto Giovanni Di Giacomo progettava col fratello Giuseppe, poi ucciso, nuove ritorsioni allo chef Natale Giunta, già vittima del pizzo. Il cuoco ha denunciato e fatto arrestare i suoi estortori. Un comportamento che non è piaciuto ai boss di Porta Nuova. “Di Giacomo – scrivono i carabinieri che oggi hanno fermato otto capimafia – consigliava di fare rompere, con la porcellana, i parabrezza delle autovetture dei clienti del ristoratore parcheggiate dinanzi al suo locale; ritorsioni che avrebbero dimostrato all’opinione pubblica la forza dell’organizzazione criminale che non dimentica mai e che agisce nel tempo”. Nei dialoghi dei due fratelli viene fuori anche l’intenzione di minacciare l’associazione antiracket Addiopizzo. “Se io fossi libero – dice Giovanni Di Giacomo – studierei … dove sono questi … di Addiopizzo … di fargli tipo … cose scherzose”.
Giovanni, detenuto, progettava col fratello Giuseppe, poi ucciso, nuove ritorsioni allo chef ribellatosi al pizzo.
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