Anche in tempo di Coronavirus non mancano le irregolarità. E magari c’è chi sfrutta il frangente per tentare di fare il ‘furbetto’.
Le mascherine bloccate a Bologna
Un carico da 70mila mascherine, 21mila filtranti (Ffp3) e 49mila di tipo chirurgico, provenienti dalla Cina e acquistate da una società del settore antinfortunistica di Falconara Marittima, in provincia di Ancona, è stato bloccato a Bologna dalla Guardia di Finanza. Secondo quanto accertato dalle fiamme gialle, dalle bolle preparate dalla società, per eludere requisizioni, la merce sembrava dovesse essere destinata a due ospedali in Campania e a un’associazione della Protezione civile in Umbria, ma il numero di dispositivi ordinati era nettamente inferiore. L’importatore è stato denunciato per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, le mascherine sono state requisite.
Mascherine non conformi
A Roma, invece, 130 mila mascherine protettive monouso non conformi alle normative sono state scoperte dalla Guardia di Finanza in un magazzino di una società riconducibile a un cittadino cinese, sorpreso mentre stava riproducendo false etichette con il marchio ‘CE’.
I colori delle squadre
Nel corso degli accertamenti dei finanzieri sono emerse anche manovre speculative sui prezzi, in alcuni casi superiori del 400% a quelli di mercato. Inoltre, la compagnia di Frascati ha scoperto in una rivendita di Ciampino alcune mascherine protettive in stoffa che, oltre ad essere sprovviste del marchio CE, riproducevano i colori e i loghi delle squadre di calcio di serie A. Complessivamente, sono stati denunciate 17 persone, per i reati di frode in commercio, manovre speculative su merci, detenzione per la vendita di capi con marchi contraffatti e ricettazione. A nove imprese è stata contestata l’inosservanza dell’obbligo di chiusura.