I medici incrociano le braccia |Pata: “Operiamo in precarietà” - Live Sicilia

I medici incrociano le braccia |Pata: “Operiamo in precarietà”

Un modo per sottolineare il malcontento del personale medico siciliano che si trova a operare quotidianamente tra mille difficoltà acuite da diversi provvedimenti e inefficienze che riguardano sia l’ambito nazionale sia quello regionale.

CATANIA – I medici incrociano le braccia. E’ tutto pronto per lo sciopero nazionale del personale medico che per ventiquattro ore, a partire da mezzanotte, parteciperanno alla protesta. Saranno comunque garantite le emergenze e gli interventi medici indifferibili. Un modo per sottolineare il malcontento del personale medico siciliano che si trova a operare quotidianamente tra mille difficoltà acuite da diversi provvedimenti e inefficienze che riguardano sia l’ambito nazionale sia quello regionale. Le criticità non sono poche: dal “sotto finanziamento cronico delle voci di spese nel settore della salute” al “decreto del Ministro Lorenzin sull’appropriatezza prescrittiva” accolto senza troppi entusiasmi dai medici italiani.

Ma c’è soprattutto quello che Pietro Pata (segretario regionale Anaao Assomed Sicilia) definisce “il grosso problema delle piante organiche”. Una criticità tutta siciliana, la cui risoluzione è stata procrastinata per mesi. “Finalmente dopo oltre due mesi di silenzio grazie alla civile protesta di tutte le OO.SS. della dirigenza medica, è stata convocata per il 17 dicembre la Conferenza permanente prevista dall’art. 6 del vigente Contratto Collettivo di Lavoro”, spiega Pietro Pata. “Questo tavolo di confronto consentirà l’analisi degli atti aziendali e le nuove piante organiche che i direttori generali hanno formalizzato entro il 30 settembre scorso e che sono state sottoposte al controllo dell’assessorato regionale alla Sanità”. “L’auspicio è che possano essere corrette gravi anomalie e scostamenti dalle linee guida che lo stesso assessorato ha decretato nel mese di agosto”, spiega il segretario. A questo va sommato un problema di “gestione dell’emergenza” legata alla “assoluta precarietà” determinata dalle carenze relative all’organico.

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