AGRIGENTO – Arriva dalla Puglia la notizia che parla di una guarigione di una donna dovuta, secondo la protagonista della vicenda, a Rosario Livatino. La donna in questione ha 50 anni ed era affetta da leucemia e guarita, a suo dire, grazie all’apparizione del giudice canicattinese ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990.
Non è la prima volta che accade un evento del genere, un altro caso è infatti quello del 1993 con un’altra donna donna, Elena Valdetara Canale, che era affetta da una leucemia che l’avrebbe condotta secondo i medici a morire entro un anno e mezzo. La malattia aveva portato la donna, dopo 3 anni, al punto di non essere autosufficiente, fino a quando un giorno gli apparve su un giornale la foto del “giudice ragazzino”, da quel giorno le condizioni della signora Valdetara Canale cominciarono a ristabilizzarsi fino ad arrivare alla guarigione.
Già all’inizio della malattia la signora, di grande fede, aveva visto l’immagine del giudice, pur non conoscendolo, in sogno; in quel sogno premonitore Livatino aveva detto alla donna: “la forza della guarigione è dentro di te, quando la troverai riuscirai a guarire e ad aiutare altri bambini”.
La signora Elena cominciò da quel giorno ad informarsi sul giudice scoprendo che c’era a suo carico l’iniziativa per un processo di beatificazione e una raccolta di testimonianze e documenti sul giudice, presentando così nel ’96 le sue cartelle cliniche testimonianza della guarigione. Nel settembre del 2011, è stato aperto ufficialmente il decreto di canonizzazione e beatificazione di Rosario Livatino, di cui si sta occupando personalmente l’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro che presenterà la raccolta completa dei documenti a favore della beatificazione, entro il prossimo anno, alla Santa Sede.