E’ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana di oggi, il Bando per i nuovi Corsi di formazione professionale. Si tratta delle iniziative didattiche finanziate dal Bilancio regionale con 242 milioni di euro, non è escluso il ricorso anche ai fondi non spesi di Agenda 2000 ed ai Fas. Il termine di presentazione delle domande scade entro 20 giorni, e nei principali ambiti, limita la partecipazione ai soli Enti che hanno già avuto i corsi finanziati nel 2008 e nel 2009. Dunque, solo i 200 Enti già accreditati dalla Regione avvieranno corsi per la formazione di primo e secondo livello, per la parte più importante della formazione speciale (destinata a categorie disagiate ) e permanente (per l’aggiornamento degli occupati ). Il bando stabilisce anche le materie su cui gli Enti dovranno progettare i corsi che iniziano nel 2010. Tra le materie più importanti vi sono Turismo e Beni culturali, Manifatture, Agricoltura, Ambiente, Trasporti, Edilizia, Tecniche di restauro, e Sistemi informativi ambientali. Ed ancora, occorre inserire lezioni di inglese, informatica, cultura di impresa, diritto del lavoro e sindacale. E’ stata inoltre inserita una clausola che sollecita gli Enti a progettare corsi soprattutto nel nascente settore cinematografico siciliano, tra riprese, registrazione del suono, produzione e montaggio. Il 20 per cento della durata dei corsi sarà riservato alle attività pratiche da svolgersi tramite gli stage e 16 ore di lezione saranno impiegate sui temi della sicurezza sul lavoro. Rigido è il sistema della rendicontazione e del controllo: ogni progetto, infatti, sarà redatto in formulari contenenti i dati sul personale impegnato e tutti i costi finanziabili. Le violazioni saranno sanzionate, dalla revoca del finanziamento fino alla cancellazione dall’Albo degli Enti accreditati. E’ inoltre in fase di conclusione un protocollo con la Guardia di Finanza che consentirà di avviare ispezioni negli Enti fin dall’inizio del nuovo anno. Tra le premesse del bando vi è lo stop a nuove assunzioni, il blocco del turn over, e l’impossibilità a trasformare in rapporti a tempo indeterminato i contratti dei precari.
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