I ribelli del Pd: "Crocetta a casa |e partito da commissariare"

I ribelli del Pd: “Crocetta a casa |e partito da commissariare”

Fabrizio Ferrandelli durante il suo intervento

Da Palermo Apprendi, Ferrandelli, Russo e Terminelli chiedono l'azzeramento della classe dirigente del partito.

l'iniziativa
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PALERMO – Quattro voci, quattro storie diverse, un unico messaggio: “Io non ci sto”. Oggi a Palermo i ribelli del Pd del capoluogo hanno fatto sentire la loro voce. Pino Apprendi, Fabrizio Ferrandelli, Pippo Russo e Ninni Terminelli hanno animato un evento all’hotel delle Palme, partecipato da tanti altri scontenti. Due le richieste che arrivano dalla manifestazione palermitana: azzerare la classe dirigente del Pd siciliano con il commissariamento del partito e dimissioni di Crocetta per tornare al voto.

“Abbiamo parlato della scissione silenziosa che è in atto nel Pd siciliano, soprattutto sui territori”, dice Ninni Terminelli. “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela”, ha attaccato Ferrandelli, il deputato regionale che si è dimesso in dissenso dalla linea del partito e del governo. “Cosa è stato – afferma – se non una macchina di potere e di clientela il partito democratico a Messina? E cosa spinge questo Pd siciliano nell’accanimento terapeutico nei confronti dell’esperienza più fallimentare di gestione della cosa pubblica in Sicilia, quella di Rosario Crocetta, se non l’idea del potere per il potere, dell’occupazione sistematica di poltrone e della cosa pubblica? Cosa spinge – aggiunge – i dirigenti del Pd a non dare la parola a voi, agli iscritti, agli elettori sulla linea politica da seguire? L’idea che hanno e che praticano di un partito come strumento di potere gestito da quattro capi corrente e da una manciata di padroni delle tessere. Io non ci sto – continua Ferrandelli -, ma il non ci sto significa anche che ci starò solo se facciamo accomodare fuori quelli che in 15 anni hanno fallito. Se ripensiamo il Pd come soggetto del cambiamento e non della conservazione. Se scegliamo la base e non all’altezza, gli uomini e le donne democratiche e non un ceto politico trasformista, buono per tutte le stagioni. Se cominciamo a parlare di idee e non di poltrone da occupare. Se facciamo prevalere i progetti ai rimpasti e soprattutto – conclude – se mandiamo a casa Fausto Raciti e stacchiamo immediatamente la spina a Crocetta”.

“E’ venuto fuori oggi il profondo disagio che vive il popolo del centrosinistra – dice Terminelli – e ci ha colpito l grande quantità di interventi che sono seguiti a quelli di noi quattro”. Il Pd siciliano è stato accusato dall’assise palermitana di procedere a una spartizione di potere attraverso posti di sottogoverno e gabinetti. Pippo Russo ha contestato “operazioni di casta e di palazzo avallate da Renzi” e ha ribadito il giudizio negativo sul governo regionale “inadeguato”: “Manca una discontinuità col passato nella classe dirigente”.

Sul banco degli imputati un gruppo dirigente regionale “inamovibile”. Apprendi, chiedendo il commissariamento del partito, ha invocato più spazio per la base.

 

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