I vitalizi, i conti, Armao e l’Ars | Alta tensione Musumeci-Miccichè - Live Sicilia

I vitalizi, i conti, Armao e l’Ars | Alta tensione Musumeci-Miccichè

(Foto d'archivio)

Il presidente di Sala d'Ercole contro il governatore: "Vediamo chi vince in demagogia". La replica: "Separi il ruolo di garante da quello di partito"

PALAZZO DEI NORMANNI
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18 min di lettura

PALERMO – La crisi fra Miccichè e Musumeci continua e disegna la frattura politica del centrodestra siciliano. Il garbo istituzionale delle parole fra gli inquilini di Palazzo dei Normanni e Palazzo d’Orleans non è bastato a nascondere la ferita che lacera l’intesa fra i due leader della coalizione di maggioranza. E così sia Gianfranco Miccichè che Nello Musumeci non hanno risparmiato le stoccate portando la tensione ai più alti livelli.

Tutto è iniziato nel primo pomeriggio, prima che iniziasse la seduta dell’aula, con una dichiarazione di Gianfranco Miccichè sulla presa di posizione di Musumeci in tema di vitalizi.  “Ho convocato un consiglio di presidenza per proporre oggi stesso la totale abolizione dei vitalizi – ha detto Gianfranco Miccichè parlando ai giornalisti – . Non lavorerò solo per l’abolizione dei vitalizi esistenti – ha spiegato – ma anche per quelli che varranno in futuro anche se non son propriamente dei vitalizi”. Poi Miccichè ha spiegato la sua posizione radicale attaccando il governatore: “Dato che il presidente Musumeci ha detto che il taglio del 50 per cento è troppo poco allora io propongo la totale abolizione. Così vediamo chi vince in demagogia”.

La risposta del presidente della Regione è arrivata durante la replica nel dibattito sulla questione finanziaria ed è stata a tutto campo. Musumeci ha ripreso così il presidente dell’Assemblea sulla conduzione dei lavori, lo ha accusato di non sapere dividere il ruolo di commissario di Forza Italia da quello di presidente dell’Assemblea. Infine ha fatto un chiaro riferimento al rimpasto e alle modalità pretende questo si debba tenere: “Non subirò le decisioni di nessuno”. La difesa di Armao è stata netta: “gode della mia fiducia e gode della fiducia di Berlusconi” mentre criticato è stato il commento che lo stesso Miccichè ha fatto sull’assessore all’Economia Armao a mezzo Facebook . Allusiva è stata invece una frase su accordi fra opposizione e qualche esponente della maggioranza. Nello Musumeci ha giocato con le parole: “Qualcuno alle tue spalle” ha detto prima per poi specificare “non mi riferisco al presidente Miccichè”.

Le posizioni sull’abolizione dei vitalizi

Il sala stampa nel frattempo, prima della seduta, anche Eleonora Lo Curto ha commentato la posizione del presidente dell’Ars. “Ha ragione il presidente Miccichè – ha detto – perché con le parole non si può cavalcare l’onda in un sentimento cattivamente vissuto dai cittadini. I cittadini devono sapere che ci sono delle regole costituzionali che non possono essere eliminate e soprattutto devono avere contezza che quello dei vitalizi è un falso problema”.

“Noi di Forza Italia  – ha detto , invece, il Presidente del Gruppo di Forza Italia al Parlamento Siciliano, Tommaso Calderone – condividiamo pienamente la proposta del Presidente Micciché che mira alla totale abolizione dei vitalizi. Qui dunque andiamo oltre la proposta di riduzione per allinearci al resto del Paese, faremo di più: al prossimo Consiglio di Presidenza ne proporremo la soppressione”.

Il dibattito sui conti

Intanto oggi a Sala d’Ercole si è svolto il dibattito sulla situazione finanziaria della Regione. È passato più di un mese da quando Palazzo D’Orleans ha comunicato all’Ars che è meglio non spendere soldi fin quando, con il giudizio di parifica della Corte dei conti, non sarà noto lo stato del disavanzo della Regione. Da allora fra il 18 e il 24 settembre si è consumata una crisi istituzionali fra il governo e il parlamento. Il primo ha accusato l’Assemblea regionale siciliana di tenere nel cassetto le riforme, il secondo rimandando le accuse al mettente ha costruito una fitta ricostruzione dei fatti per dimostrare il suo buon operato nella trattazione di finanziarie e collegati.

Per il presidente Nello Musumeci quanto accaduto era il frutto di numerose ed errate ricostruzioni giornalistiche, e così ha dato conto di una situazione finanziaria regolare con “tre miliardi di euro di impegni di spesa e pagamenti per due miliardi”. Il governatore ha ricordato il recente giudizio di Moody’s e parlando del disavanzo ha fatto riferimento alla pesante eredità del passato senza mai parlare del suo predecessore Crocetta. Poi in aula le opposizioni da una parte hanno attaccato e dall’altra hanno rivendicato, questo è stato il caso del Pd, come lo stesso governo Crocetta ha ereditato una situazione finanziaria pesante. In tanti hanno chiesto a Musumeci di dimettersi accusandolo di tenere la Regione in una situazione di stasi. Qui tutti gli interventi della seduta.

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21.40 – Ma Miccichè ha risposto a Musumeci: “Mi sembra che qui si è parlato della situazione finanziaria. E’ prassi di questa presidenza di lasciare con garbo la parola agli interventi a meno che non ci siano offese o non si devi del tutto. Non mi risulta che sia stato così. Sono un garante: la maggioranza si garantisce da sola mentre il mio compito vale soprattutto per l’opposizione. Alcuni giorni ho avuto l’attacco dei primi altri giorni dei secondi. Le posso dire solo una cosa – ha concluso – : anche io sono irricattabile”.

21.32 – “L’assessore Armao gode della mia totale fiducia, non potrebbe stare un’ora al governo se non avesse la mia fiducia, e non avrebbe la mia fiducia se il presidente nazionale di Forza Italia non gli avesse dato la sua fiducia. Non c’è un assessore che non abbia la mia fiducia. Quando sarà ora del rimpasto allora io concorderò i nomi con i coordinatori regionali. Certamente non subirò le decisioni di nessuno”. Poi Musumeci invoca il dialogo fra il governo e tutti i gruppi parlamentari sui temi fin dalla prossima discussione sul ddl sui rifiuti.

21.31 – “A Lupo dico che resisteremo davanti alla Corte Costituzionale perchè siamo convinti della correttezza della nostra posizione e per questo la difenderemo”.

21.28 – “Stiamo provando a mettere in regola i conti, senza usare Facebook, senza provare a mandare messaggi trasversale. Prendiamo calci negli stinchi da chi, alle tue alle spalle. Ma – Musumeci dice di non fare riferimento al presidente Miccichè – fa accordi con l’opposizione per provare a mettermi in difficoltà”.

21.22 – “Non ho mai detto che noi siamo i migliori. Siamo persone aduse al dubbio, come ho detto alla fine del discorso sulle dichiarazioni programmatiche. Sono convinto che dia fastidio un presidente che manca dai corrodoi del parlamento perchè è impegnato a spingere le pratiche. Non debbo offrire i miei risultati dopo due anni. Ho il dovere di farlo alla fine del mio mandato. E’ un mandato difficile. La Regione è un problema fra i problemi. Non ho fatto nomi, ho parlato di responsabilità remote e recenti”.

21.21 – “Voglio sperare che questo parlamento possa essere guidato da un presidente che sia capace di scindere il suo ruolo di garante delle parti da quello di coordinatore del suo partito”.

21.18 – “Porto il peso della mia croce e il peso della mia responsabilità. Sono un guerriero. Non perdo il controllo del mio ruolo. Non farò sognare i siciliani. Basta. Sono trent’anni che fate sognare i siciliani, che li fate ridere. Sono sicuro che consegnerò a chi verrà dopo, se altri verranno dopo, una Sicilia diversa da quella che ho trovato”.

21.16 – “Il Pd vuole fare dimenticare i cinque anni di scempio. E’ una vergogna. Non accetto che si stigmatizzi la mia presenza alla manifestazione del centrodestra”.

21.14 – “In Consiglio comunale il presidente rimproverava chi interveniva fuori tema, devo constatare che il presidente dell’Assemblea ha ritenuto tutti gli argomenti ammissibile. Se lo avessi saputo avrei rivendicato l’operato del mio governo”.

21.12 – Il presidente della Regione Musumeci riprende la parola per la replica. “A chi dovrei replicare, cosa dovrei replicare? Il Partito democratico ha chiesto il dibattito, ma dei dieci deputati che hanno chiesto il dibattito ce ne è uno solo. L’obiettivo è chiaro e non era quello di fare un dibattito sulla finanza ma vomitare veleno sul governo”.

20.58 – Alessandro Aricò: “Fare un dibattito mentre sono rimasti in aula una dozzina di deputati è sconfortante. Mi chiedo dove siano stati molti deputati che oggi accusano mentre in conferenza paritetica si facevano perdere alla Regione otto miliardi”. 

20.50 – Elena Pagana: “Oltre a sembrare paradossale oggi gli alcuni interventi sono sembrati patetici. Sono passati 35 giorni da quando è stata fatta richiesta di questo dibattito. Ci saremmo aspettati una relazione degli uffici della Regione e invece abbiamo avuto una relazione del servizio studi dell’Ars. Continuiamo a essere insoddisfatti di come Armao sta operando in Sicilia e a Roma”.

20.42 – A prendere la parola è Antonio De Luca (M5s): “Lei parla di governi precedenti. A guardar bene, non credo che l’assessore Armao è la prima volta che fa l’assessore al Bilancio. Per essere autorevoli occorre essere credibili ed è evidente che la coalizione di maggioranza non crede alla vostra politica economica. Quante volte la vostra divisione ha portato alla bocciatura di norme proposte dall’assessore Armao, con gli stessi voti della maggioranza? Oggi – ha proseguito – avremmo voluto capire qual è la vostra strategia. Il primo metodo per risolvere un problema è riconoscere di averlo ma voi non sapete che il vostro problema non è economico ma politico. A riferire della situazione economica doveva essere l’assessore Armao”.

20.27 – Giusi Savarino (Db): “Il presidente Musumeci ha parlato di un’eredità trentennale. Oggi si stanno dando certezze e prospettive e questo richiede anche fare i conti con la realtà. Il presidente Musumeci non si è reso conto che i tempi di questa assemblea non sono in linea con i tempi lenti di questa Assemblea”. Giusi Savarino ricorda tutte le somme spese dall’amministrazione del governo Musumeci. “Tutta questa attività non ha visto però il parlamento andare a passo approvando molte delle proposte che però il governo aveva avanzato”.

20.22 – Luigi Sunseri (M5s): “La smetta con il vittimismo, di addebitare, ai governi precedenti le colpe della situazione attuale. Lei deve essere in grado di dimostrare che quello che ha promesso può essere realizzato. Oggi dei deve dimostrare di sapere governare con i fatti”.

20.13 – Francesco Cappello (M5s): “Vi sfido a dire qual è il comparto di questa regione che va bene? Com’è cambiata la comunicazione? Che era bello lamentarsi da questo scranno che le cose venivano fatte male? Ma a me sembra che qui lei stia ripetendo la stessa cosa che diceva Crocetta quando sedeva sulla sua poltrona. Da qui si è invocata Roma per avere aiuto. Ma scusate, governate voi o governa Roma. Le presidente ha detto che grazie a lei lo stemma della Regione è andata sullo spazio ci aspettiamo di vedere qualche segno sulla terra”.

20.10 – Totò Lentini (Fi) attacca l’opposizione ricordando gli “accordi capestro” del governo Crocetta.

19.54 – Antonello Cracolici (Pd): “Il presidente della Regione non si rende conto che anche quel sentimento di simpatia di cui ha goduto durante le elezioni è finito. La gente ha scelto Musumeci, perché era Musumeci, dimenticandosi che chi l’appoggiava era chi aveva creato i danni. Lei sta rivelando di non sapere governare la Sicilia. Se si chiede ai siciliani per cosa si ricordano del suo operato – continua il dem -, forse, allora si ricorderanno della fiera di Ambelia e i palermitani si ricorderanno del fatto che dopo 32 anni la Coppa d’Assi è stata trasferita da Palermo nel catanese. La situazione dei conti è ben nota a tutti da tempo. La stasi è il frutto della mancanza di autorità politica. Lei annuncia riforme a cui lei stesso non crede. Un governo che crede alle sue riforme fa di tutto per calendarizzarle, fa piuttosto le riforme con i comunicati stampi. Il suo è il governo del nominificio. Avevate presentato la riforma degli Iacp per mettere 11 commissari fedelissimi. Deve rendersi conto, però, che la luna di miele è finita. Ormai lei verrà valutato per ciò che fa e non perciò che dice. Piuttosto che minacciare le dimissioni prenda atto che non è in grado di governare e consenta ai siciliani di scegliersi”.

19.34 – Interviene Baldo Gucciardi (Pd): “Il metodo bizantino di voler fare attività di governo facendo opposizione al vecchio governo non fa del bene a nessuno”. Gucciardi segnala le attività compiute dal governo Crocetta e rinvendica che le politiche di miglioramento nei rapporti fra Stato e Regione sono migliorati fin da allora. “Le responsabilità non possono essere iscritte solo al periodo precedente. Voglio solo ricordare che dal 2008 al 2012, si creò un buco di 3 miliardi di euro”.

19.26 – “Lei presidente – ha detto Lupo rivolgendosi al governatore – si smentisce da solo. Infatti, ha detto che la Corte dei conti ha indicato un’operazione mai fatta, se i magistrati hanno indicato questa via a giugno, come poteva conoscerla Crocetta nel 2015? Lei – ha proseguito – non ha risposto alle condizioni di dissesto in cui versa la Regione. Non ha fornito nessuna soluzione. Non siete in grado di fornire una copertura alle leggi. Ma ci parlate con la gente? Questo è il governo della fiera del cavallo di Ambelia e del restauro di tre borghi fascisti. Destinate piuttosto i 14 milioni alle Zone franche montane della Sicilia.

19.19 – Giuseppe Lupo (Pd) “Il tema è che il presidente della Regione ha parlato dei numeri sbagliati. Non ha parlato, infatti, dei numeri che al momento congelano la spesa della Regione siciliana: quest’aula non è in grado di dare copertura a una spesa di 100mila euro. Con la legge di stabilità sono stati congelati 141 milioni di euro. Non sono numeri teorici, sono carne e sangue che riguardano i siciliani. Noi abbiamo chiesto questo dibattito d’aula per parlare dell’attuale blocco della spesa e rispetto a questo il presidente Musumeci non ha detto una parola. I gruppi parlamentari di maggioranza avevano presentato un maxi emendamento che prevedeva una spesa di 29 milioni di euro e si sarebbe votata se noi non avessimo chiesto che il governo informasse il parlamento della situazione dei conti.

19.11 – Tommaso Calderone (Fi): “Questa verifica della situazione dei conti nasce da un atto responsabile del presidente Miccichè. Questo dà una rappresentazione plastica di come hanno agito le più alte cariche istituzionali della Regione. Dal punto di vista dei numeri il governo Musumeci ha operato bene. La relazione sullo stato ottimale ma infondono fiducia per il futuro. Dobbiamo fare quadrato perché ai siciliani non interessano le beghe personali”.

19.03 – Roberto Di Mauro (PopAut): “Il presidente Musumeci ha presentato dati inconfutabili. E l’opposizione piuttosto che chiedere un rinvio per studiare i fatti tecnici ha preferito fare discorsi vuoti. Il 2015 segna lo spartiacque fra il vecchio modo di fare finanza e un modo del tutto diverso. Regolarmente nei prossimi 7 anni rischiamo di trovarci davanti a debiti fuori bilancio che ci porteranno a essere sempre costretti a pagare. Piuttosto che dare la responsabilità a questo governo occorre che ci siano sia un confronto parlamentare sereno sia un percorso di contrattazione con lo Stato che consenta un ripianamento in dieci anni”.

18.49 – Nello Dipasquale (Pd): “Fin dall’inizio avete provato a scaricare la responsabilità di una azione governativa assente sull’eredità del passato. Anche Crocetta ha ereditato una situazione pesante. Allora non c’era una situazione di disavanzo ma non possiamo dimenticare che proprio quel governo che trovo un avanzo di sei miliardi trovò invece un disavanzo di due miliardi. Ma non possiamo dimenticare che qui ha governato principalmente il centro destra, sebbene con appendici del centrosinistra. A lei interessava dire con eleganza, a metà del suo mandato: ‘Non abbiamo potuto fare nulla fin ora, ripartiamo da zero'”.

18.44 – Stefania Campo (M5s): “C’è una cosa che non riesco a capire: come stiamo reagendo alla situazione che stiamo registrando? Non vedo reazione attraverso il taglio degli sprechi. Fuori dall’Isola siamo la Regione dei vitalizi, delle auto blu, delle divise comprate con a base d’asta un milione di euro”.

18.32 – Eleonora Lo Curto (Udc): “Apprezzo molto il tentativo di fare chiarezza che questo governo si sta facendo carico di fare. Poteva essere fatto nel 2015 e per questo c’è qualche responsabile. Questo non è un tribunale. Non dobbiamo trovare il colpevole. Chi non ha peccato scagli la prima pietra. Abbiamo tutti chiaro qual è la sfida di domani. I cittadini ci hanno dato fiducia e io sono orgogliosa del mio governo perché sta lavorando per dare alla Sicilia le riforme che possono dare sviluppo”.

18.30 – Zito chiude: “Che credibilità ha una Sicilia in cui con il benestare del governo arriva in aula un ddl pieno di marchette? Per cosa dovrebbe lasciarci le risorse lo Stato?”

18.22 – Stefano Zito (M5s): “Abbiamo un presidente della Regione che dice d’essere il migliore di tutti. Prima durante la discussione morale Musumeci ha detto che nessuno è più onesto di lui adesso ci sta dicendo che solo lui può fare fronte a questa situazione. Il presidente della Regione – continua – si è però contraddetto con quello che ha scritto al presidente dell’Ars Miccichè”. Poi Zito afferma che Musumeci ha la maggioranza e rincara la dose chiedendo: “Se non sa fare i conti per scoprire che ha l’appoggio di 37 deputati come può fare i conti con il disavanzo?”.

18.13 – Sergio Tancredi (M5s): “La Sicilia deve sedersi al tavolo offrendo allo Stato un quadro chiaro in modo da ottenere una leale collaborazione per lavorare alla soluzione. Non c’è stata una capacità di fare crescere le entrate, con le nuove norme d’applicazione dello statuto. Invece con Roma c’è la stessa linea dello scorso governo, quello di andare a chiedere qualcosa di più”.

18.07 – Giovanni De Caro (M5s): “A proposito di fake news c’è da ricordare che il presidente della Regione ha parlato della Sicilia come un enorme campo profughi della Sicilia. Ma questa rappresentazione non fa giustizia ai giovani che emigrano, alla comunità di Pantelleria e Linosa che non hanno il carburante. In questa Regione si deve sperimentare il fallimento di fatto. Una seduta del genere andava fatta il primo giorno della legislatura”.

18.06 – Fava: “Lei dice d’essere condannato a governare. Si liberi di questa condanna con una civilissima soluzione: le dimissioni”.

18.00 – Prende la parola Claudio Fava (Misto): “Non credo che questo dibattito sia il frutto delle ricostruzione giornalistica o delle parole del presidente Miccichè. Il fatto che noi abbiamo sospeso la discussione sul Collegato, forse dovrebbe porre qualche punto di domanda in più a chi ha dato il rating. La valutazione Ba1 viene dato alla Regione Siciliana dal 2013. Siamo di fronte ad altre cifre che non sono il frutto dell’onanismo o delle ricostruzione dei giornalisti. La situazione della Sicilia è più incisiva della situazione feconda che è stata descritta dal presidente della Regione. Avrei voluto sentire quali sono le soluzioni che offre il governo”.

17.53 – Vincenzo Figuccia (Udc): “Certamente va fatta autocritica ma la condizione in cui non ci siamo è il frutto di un’eredità pesante del passato. Le settimane che verranno saranno delicate ma dobbiamo accelerare sulle riforme a partire dai consorzi di bonifica, dai rifiuti e dalla polizia municipale”.

17.49 – Di Paola continua:”Mi sarei aspettato che oggi lei assessore Armao si presentasse con le dimissioni in mano, perché oggi lei rappresenta la continuità con il passato”.

17.45 – Nunzio Di Paola (M5s): “Vi parla uno dei componenti della tara antropologica della Sicilia, così il presidente Musumeci ha parlato dell’Ars”. Poi Il deputato del Movimento cinque stelle racconta del caso di un immobile, in cui si trovano i server della Regione, che non sarebbe indicato in una relazione sulle locazioni che costa 4 milioni. “Il fatto –  commenta Di Paola – che questo immobile non sia nel report mi fa pensare che la relazione non sia credibile”.

17.41 – “Abbiamo bisogno – conclude Musumeci – della collaborazione di tutto il parlamento per risanare il bilancio della Regione. Dopo la parifica dovremo votare il rendiconto e l’assestamento. Poi sarà inevitabile ricorrere a un esercizio provvisorio che durerà sessanta giorni. Questa però una stagione di opportunità”.

17.39 – “Abbiamo puntato sugli investimenti: dal primo gennaio 2018 gli Urega siciliani hanno triplicato le aggiudicazioni, la nostra Irfis è tornata a essere un punto di riferimento, 1700 imprese hanno ricevuto 90 milioni di anticipazione”.

17.34 – “Sono di tutta evidenza i gravi effetti che determinano pesanti dinamiche di pregiudizio per il futuro. E, senza l’operato del nostro governo, con il riaccertamento ordinario dei residui ci saremmo trovati in una condizione di blocco della spesa. Effetti eccessivamente onerosi su questo bilancio e su quello dei prossimi anni possono essere evitati solo da un riaccertamento straordinario che consentirebbe un ripianamento in dieci anni. Nel frattempo dobbiamo eliminare le diseconomie e puntare sulle entrate che diverranno da alcune misure”.

17.30 – “Nel 2015 si sono costruite le condizioni per costruire il default della Regione nel 2018-2019 mentre gli accordi raggiunti da questo governo con il precedente esecutivo nazionale  questa condizione è stata evitata”.

17.27 – “A dicembre 2015, nella legge di variazione di bilancio di quell’anno, approvata l’ultimo giorno dell’anno e pubblicata nel 2016, si è rideterminato in diminuzione il disavanzo della Regione. Così in trent’anni sono stati ripianati solo 59 milioni piuttosto che gli originari 164 milioni. Le risorse che si recuperarono furono utilizzate per coprire il disavanzo creatosi quell’anno”.

17.22 – “Oggi ci si trova a ripianare quello che andava ripianato nel 2015. Giova ricordare che la Corte dei conti in speciale composizione ha confermato la decisione della Corte dei Conti regionali che censurava la politica di bilancio del 2017”.

17.15 – “Il rendiconto è stato il momento di definitiva applicazione del decreto legislativo 118. La Corte dei conti ha introdotto nuovi profili che hanno portato la Ragioneria generale a fare un’operazione complessa e senza precedenti”. Musumeci ricorda l’operazione di riconciliazione dei 74mila capitoli di bilancio riguardanti l’attività finanziaria degli ultimi trent’anni.

17.13 – “Ho letto che la Regione è senza un euro. Abbiamo fatto impegni di spesa per 3 miliardi e ha fatto pagamenti per 2 miliardi tutt’altro di ciò che si è detto”.

17.10 – “Il 24 settembre il presidente dell’Ars è intervenuto sulle mie dichiarazioni sulla situazione finanziaria della Regione. Poi è stato richiesto un dibattito su questi temi. Ho letto in più articoli di giornali che la situazione sarebbe prossima al precipizio. Non è così. Mi fa piacere leggere il giudizio del 18 ottobre di Moody’s. Il profilo creditizio della Regione siciliana riflette il buon operato del suo governo. La Sicilia ha livelli bassi di debito e sostenibilità del sistema pensionistico”.

17.09 – Prende la parola il presidente della Regione Nello Musumeci.

17.06 – Il presidente dell’Ars comunica il calendario dei lavori. Oggi sono incardinati i disegni di legge sui rifiuti e la consulta giovanile regionale.


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