PALERMO – Se andava in giro senza patente e senza assicurazione. Ha rischiato grosso Antonino Lauricella, boss della Kalsa, soprannominato ‘u scitilluni. I carabinieri lo hanno fermato e arrestato.
La Corte costituzionale, come ha fatto notare il legale della difesa, l’avvocato Tommy De Lisi, ha stabilito che la guida senza patente non rientra più fra le violazione della sorveglianza speciale, a cui Lauricella è sottoposto, per le quali può scattare l’arresto in flagranza di reato.
In passato la guida senza patente rientrava fra i segnali di quel “vivere onestamente” e nel “rispetto della legge” che la Corte europea dei diritti dell’uomo prima e la Consulta poi ha ritenuto troppo generiche. Bisogna commettere violazioni più specifiche e gravi.
Il legale ha anche sollevato un ulteriore questione, richiamando una sentenza della Cassazione che distingue, ai fini della violazione della sorveglianza speciale, la guida di un ciclomotore, il cosiddetto cinquantino (come nel caso di Lauricella), e un motociclo.
Lauricella, che ha finito di scontare la condanna per mafia, è stato fermato in via Messina Marine. Il pm stamani non ha chiesto la convalida dell’arresto. In carcere c’era finito il 12 settembre 2013. Era ricercato dal 2005 perché doveva scontare sette anni e mezzo di carcere. Gli agenti della sezione Criminalità diffusa della Squadra mobile lo avevano pedinato fino alla decisione di intervenire per le strade del mercato Ballarò.
Ai poliziotti disse di chiamarsi Salvatore Messina. Non aveva documenti addosso. Condotto negli uffici della Mobile continuò a negare la sua vera identità. Poi, capì di non avere altra scelta. “Sono io Lauricella”, ammise complimentandosi con chi lo aveva arrestato. Stamani è tornato al palazzo di giustizia. Ha atteso l’udienza con la sua sgargiante camicia a fiori – anche il giorno dell’arresto sembrava più un turista che un boss – ed ha fatto rientro a casa. Chissà se in futuro rispetterà le regole. Al momento si beccherà una contravvenzione.