PALERMO – L’esame del Dna darà il responso. Si capirà se si tratta dell’ennesima speranza svanita o se davvero la ragazza russa è Denise Piptone.
Era il 2004 quando la piccola Denise veniva inghiottita nel nulla a Mazara del Vallo. Non aveva neppure quattro anni.
Il campione genetico è stata già prelevato a Olesya Rostova, questo il nome dato in orfanotrofio della ventenne. Le foto della ragazza russa mostrano la somiglianza con Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone.
Nel 2005, all’età di cinque anni, così ha raccontato, sarebbe stata rapita e ritrovata in un canpo rom a Mosca. Volendo conoscere la vera mamma ha lanciato un appello in tv, rilanciato dalla trasmissione di Raitre “Chi l’ha visto?” che si è occupata a lungo del caso. Una telespettatrice russa si è messa in contatto con la redazione del programma.
“Vogliamo rimanere con i piedi ben piantati a terra, cautamente speranzosi, ma senza illuderci più di tanto perché in passato le segnalazioni sono state tante e non ci hanno portato a nulla”, ha fatto sapere Piera Maggio.
L’avvocato Giacomo Frazzitta, legale da sempre al fianco della famiglia, ricorda altri casi in cui era stata riscontrata una fortissima fra Denise Pipitone e altre bambine.
Nel 2005 un filmato girato con il telefonino da una guardia giurata davanti a una banca di Milano riaccese la speranza. Piera Maggio era certa che fosse al sua Denise, ma la bimba non fu mai trovata. Oggi a Mosca si riaccende la speranza. Pur con tutte le cautele dopo tante delusioni.