FOGGIA – “Io credo che sia interesse di tutti che la ricostruzione dei fatti avvenga tramite le forme previste dalla legge, cioè tramite accertamento che il Ministero dispone e questo per due finalità: da un lato per valutare se c’è stata una correttezza da parte della magistratura e dall’altro per evitare che si celebrino processi paralleli o processi al processo che non sono previsti nel nostro ordinamento”. Lo ha detto a Foggia il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, parlando del caso di Lubhaya, l’indiano di 43 anni indagato a piede libero con l’accusa di aver tentato di rapire una bimba di 5 anni. Ieri Orlando aveva deciso di avviare “verifiche preliminari” sulla vicenda attraverso l’Ispettorato del ministero.
“Su Ragusa – ha continuato – non ho molto da aggiungere, rispetto all’atto che è già stato compiuto”. “E’ importante invece – ha concluso il Guardasigilli – che tutto segua le regole e anche la valutazione degli atti sia fatta non in modo emozionale e intuitivo, ma sia fatta sulla base dei fatti che il ministero sta raccogliendo'”.