“La Sicilia a volte mi sembra come uno scolaro intelligente che non si applica” ironizza l’attore e scrittore palermitano Pino Caruso nel video di introduzione al progetto “Resint” (sigla che sta per “Rete siciliana per l´innovazione tecnologica”), presentato stamattina a Palermo, presso il Grand Hotel Et Des Palmes.
Per quest’iniziativa il Censis ha monitorato il tessuto produttivo Siciliano: sono risultate 394.498 imprese attive, pari all’8% del totale delle aziende del Paese ed al 23% di quelle del Mezzogiorno, concentrate prevalentemente tra le tre province più popolose dell’isola (Catania, Palermo e Messina). L’aspetto su cui verte il progetto è quello di avvicinare il mondo delle imprese, che presenta un miglioramento nei processi di innovazione tecnologica e d’azienda, alla Ricerca & Sviluppo (R&S). Il programma “Resint”, promosso dall’assessorato all’Industria della Regione siciliana e realizzato da Ipi (Istituto per la promozione industriale), Censis e Unioncamere Sicilia, mira infatti all’integrazione fra il sistema regionale della ricerca e quello industriale. “Le aziende locali sembrano dei giocatori solitari – afferma l’Assessore all’Industria della Regione Siciliana Pippo Gianni – che in un contesto di globalizzazione ha ben poco senso. Ecco perché occorre mettere in opera una serie di azioni volte al collegamento, all’accordo, alla sintesi, per fare in modo che sia esportata un’idea diversa di impresa locale e che i nostri giovani abbiamo più agio nel restare in Sicilia”.
Esperti e oltre 150 imprese siciliane, nella prima fase del progetto Resint hanno di recente concluso la fase degli “audit”, cioè incontri face-to-face relativi all’analisi dei bisogni tecnologici delle aziende. Parallelamente, sulla base del coinvolgimento di 200 strutture e la raccolta di profili specifici di oltre 170 tra dipartimenti universitari, centri di ricerca, incubatori d´impresa, parchi scientifici e tecnologici, centri tecnici specializzati, è stata stesa una mappatura dell´offerta di tecnologie e servizi. “L’attività di audit tecnologico ha consentito di individuare i bisogni di innovazione ancora inespressi o comunque non soddisfatti – afferma Valentino Bolic, direttore programmi comunitari dell´Ipi – allo stesso tempo, l’analisi dell’offerta ha evidenziato che in Sicilia esistono competenze e laboratori tecnologici in grado di soddisfare pressoché tutte le esigenze d’innovazione emerse. Il problema è che queste due realtà non sono in comunicazione tra loro”. Resint, dunque, sarà una sorta di “mediatore”.
Implementare il patrimonio di conoscenze e competenze relativo al sistema economico locale tramite un’infrastruttura tecnologica (come il portale www.resintsicilia.net), un team di esperti e i cosiddetti “Circoli della Conoscenza” (dieci strutture, operanti all’interno delle Camere di Commercio siciliane, e attivate su base settoriale, poste al monitoraggio e alla sperimentazione circa la domanda e l’offerta dell’innovazione) sono alcuni tra gli strumenti ideati al fine di soddisfare la finalità preposta.