Gennuso replica a Gianni: | "Congiura contro di me" - Live Sicilia

Gennuso replica a Gianni: | “Congiura contro di me”

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell'ex deputato regionale.

LA LETTERA
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7 min di lettura

Riceviamo e pubblichiamo una lettera con la quale l’ex deputato regionale Giuseppe Gennuso replica alle dichiarazioni di Pippo Gianni in una recente intervista a LiveSicilia.

Inizio subito con affermare che Non è affatto vero che Pippo Gianni ha denunciato subito la vicenda delle “schede” perse e gettate in discarica.

Gianni sa benissimo che sono stato io a denunciare tutta la vicenda dei brogli elettorali in occasione delle elezioni regionali del 29 e 30 ottobre 2012 e delle schede successivamente e misteriosamente “scomparse”, vicenda che costituisce l’oggetto del proc.n. 955 /2014 R.G.N.R pendete avanti Dr. Cavallaro G.U. del Tribunale penale di Siracusa che vede imputato un dipendente del Tribunale di Siracusa.

Io ho immediatamente scritto al Capo dello Stato ( Napolitano ) , al Ministro dell’Interno ( Alfano ) ed al Ministro della Giustizia ( Cancellieri ) dove ho ripercorso tutte le tappe della mia vicenda giudiziaria . (Ciò è comprovato da articoli di giornali).

Dopo aver vinto due ricorsi al CGA ( con collegio giudicante in diversa composizione ) e successivamente alle ordinanze di verifica disposte dal CGA inerenti i verbali e le schede in nove sezioni della provincia di Siracusa, sono io che ho scoperto l’inesistenza del “presunto allagamento” degli scantinati del Palazzo di Giustizia di Siracusa e quindi l’avvenuta distruzione dei plichi elettorali mettendo in dubbio e smentendo con documenti alla mano la prima versione comunicata dal Presidente del Tribunale al prefetto per giustificare il mancato ritrovamento del materiale elettorale richiesto per effettuale la disposta verificazione.

Preciso che io avevo vero interesse alla verificazione per accertare quanto lamentato in ricorso.

Qualcuno evidentemente temeva , invece, tale operazione.

Naturalmente mi sono costituito anche io parte civile nel predetto processo richiedendo i danni materiali e morali subiti quantificati in circa €.300.000,00, sia al dipendente incriminato che ai vari ministeri anche della Giustizia per l’incredibile vicenda che ho subito.

Ma veniamo per ordine, la sera delle elezioni del 29.10.2012, io risulto vincitore eletto con una differenza di circa 90 voti su Pippo Gianni e la sua lista Cantiere Popolare.

Dopo circa 4 , 5 giorni inizia a circolare insistentemente la voce che il risultato elettorale si era incredibilmente ribaltato in favore di Gianni con una differenza di circa 48 voti.

Vengo a sapere che c’erano stati dei presunti brogli ed errori in alcuni comuni ma soprattutto al Comune di Melilli ove sembrava più che evidente la “sostituzione” dei verbali elettorali tanto che gli stessi si presentavano senza errori e/o cancellature come invece accade di consueto durante le operazioni elettorali.

I 336 voti conteggiati a mio favore in prima battuta la sera del 29, come risultava comprovato dalle indicazioni provenienti dal Comune di Melilli alla Prefettura, venivano ridotti successivamente in 195 voti .

Ricevo anche delle telefonate ( che ho comunicato agli inquirenti ) ove gli interlocutori mi riferivano che, non solo erano stati cambiati ad arte i verbali elettorali, cambiando conseguentemente i numeri a mio sfavore, ma citavano anche determinati personaggi che avevano posto in essere i brogli contro di me .

La mia mancata elezione all’Ars è stata quindi il frutto di una vera e propria congiura.

Ribadisco che è contro di me che è stata fatta una “porcata” non degna di uno Stato civile e democratico. Di fronte a questo imbroglio colossale mi sono battuto fino allo stremo, perché oltre ad essere stato danneggiato personalmente, è stata calpestata la volontà popolare di diecimila elettori.

Il Tribunale di Siracusa , tuttavia , formalizza la elezione di Pippo Gianni nonostante la citata vicenda dei verbali .

Propongo un ricorso al Tar Palermo per fare risaltare anche tutte una serie di gravissime irregolarità verificatesi nelle sezioni 2, 3, 7, 9 e 11 di Rosolini, 2, 6, 11, 13, 14, 15, 18 e 23 di Pachino; 16 di Floridia; 21 e 22 di Avola, ma molto stranamente viene dichiarato “inammissibile”.

Anche altri soggetti propongono ricorso al citato Tar.

Vengo a sapere della esistenza di un vero e proprio “un gruppo di potere “ determinato ad eliminarmi dalla scena politica anche con l’aiuto di alcuni giudici amministrativi che hanno tramato contro di me non solo per farmi perdere le elezioni ma anche con l’intento di influire sulle mie vicende giudiziarie .

A questo punto entrano in scena, l Avv. Amara e l’Avv. Calafiore ( Amara era amico e legale di fiducia di vecchia data di Pippo Gianni cosi come un altro personaggio tale Ferraro Alessandro, uomo di Amara e stretto collaboratore di Gianni, indagato in un ramo del c.d. sistema Siracusa).

Io mi sono limitato a conferire mandato all’ Avv. Calafiore con l’interessamento di Amara per una consulenza e con l’intento di scoprire i componenti del predetto gruppo di potere che tramava contro di me.

Ed entriamo qua nella vicenda che mi vede “indagato” a Roma con l’accusa di aver concorso nella corruzione di un giudice amministrativo.

Pippo Gianni parla di “prove inconfutabili”. Ma quali sono queste “prove inconfutabili” ?

Non vi sono intercettazioni che comprovano un mio intervento nel presunto atto corruttivo, Non ho mai conosciuto gli altri indagati quali il Caruso ed il De Lipsis, non ho mai consegnato alcuna somma di denaro.

Le “prove” inconfutabili” di cui si parla erano e rimangono solamente le dichiarazioni di Amara e Calafiore che peraltro hanno negato che io sapessi alcunché in merito alla predetta vicenda.

Ed infatti, il gravissimo reato ipotizzato dalla Procura di Roma è stato poi derubricato dal Giudice in “traffico di influenze” e ciò solamente per il fatto di aver chiesto una consulenza all’ Avv. Calafiore e aver cercato di scoprire chi fossero i componenti del gruppo in questione.

Lo stesso Avv. Calafiore , in sede di incidente probatorio avanti ai Giudici, ha ammesso che si trattava di una mera e consentita attività di lobbistica contrapposta a quella del predetto gruppo di potere escludendo la corruzione nei confronti dei magistrati amministrativi De Lipsis e Caruso.

Addirittura l’ Avv. Calafiore non è neppure certo che De Lipsis abbia mai preso soldi.

In ogni caso il legale ha giustamente precisato che io non ho mai conosciuto i predetti ne potevo sapere ove finissero i soldi della parcella regolarmente fatturata.

In considerazione della mancanza di qualsiasi prova concreta anche per il contestato reato di traffico di influenze, i miei legali hanno impugnato la sentenza ritenuta ingiusta (dovevo , infatti , essere prosciolto) con un ulteriore ricorso straordinario avanti alla Suprema Corte di Cassazione che verrà chiamato questo mese.

La mia decadenza dalla carico di deputato dell’ ARS (sul punto e sulle modalità ci sarebbe molto da dire) Non deriva, come invece lascia sottilmente intendere il Gianni dalla “corruzione del giudice”, ma dalla esistenza di un provvedimento a mio carico, nel nostro caso la sentenza di “patteggiamento” che, seppure non è di condanna, la c.d. “legge Severino” la considera tale ai soli fini dell’ istituto delle decadenza e/o sospensione dalla carica di deputato e ciò nonostante non sia stata applicata nei miei confronti alcuna pena accessoria di interdizione temporanea dei pubblici uffici.

La decadenza sembra sia stata disposta di “diritto” senza alcun passaggio dalla On. Commissione verifica poteri dell’ ARS, per come è invece previsto dal regolamento interno e per come è accaduto in vicende analoghe nel recente passato.

La questione è già stata esaminata dai miei legali che stanno già predisponendo un ricorso avverso tale provvedimento che riteniamo viziato sotto vari profili.

Molti giuristi ritengo “inapplicabile” la legge Severino perché alcune norme concernono un segmento di materia riservata all’autonomia regionale cosi come confermato dal CGA in una nota sentenza del 3 ottobre 2018.

In relazione poi, alla richiesta di Gianni al CGA per ottenere “la revocatoria” della sentenza frutto di un atto corruttivo ( che in effetti non è mai stato provato in dibattimento, il De Lipsis , magistrato amministrativo in pensione si è infatti limitato a “patteggiare “), è necessario precisare una importante omissione fatta dallo stesso.

Il Gianni, infatti , omette di riferire che vi sono già state delle richieste di revocatoria della predetta sentenza al CGA , richieste sempre dichiarate inammissibili anche in riferimento alla questione della parziale ripetizione delle elezioni regionali con specifico riferimento alle ordinanze nn. 873 e 874 del CGA ( sempre in diversa composizione ) con le quali era stata disposta la famosa verificazione, con incarico al Prefetto di Siracusa, o suo delegato.

Sono la sentenza n. 394 e n. 560 del 2014 del CGA ( in composizione mi sembra diversa).

Vi è ancora un’altra, che il Gianni dovrebbe conoscere, in particolare la sentenza emessa della nostra Suprema Corte a sezione unite nell’ambito del proc. n. 1428 del 2015.

Naturalmente mi sono già costituito nel procedimento n. 980 /2019 pendente avanti al CGA tramite i miei legali per contrastare ancora una volta le richieste del Gianni.

Sono io che ho subito un ingiustizia ma come diceva un nostro grande conterraneo “La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né sole né luna, c’è la verità.”


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