Il corpo forestale sparisce |Ma in Sicilia no - Live Sicilia

Il corpo forestale sparisce |Ma in Sicilia no

In tutta Italia gli agenti confluiscono nelle altre forze dell'ordine. Ma nell'Isola e in altre quattro regioni il corpo è autonomo: accade così che le funzioni assegnate a carabinieri e vigili del fuoco siano diverse a pochi chilometri di distanza, da Messina a Reggio.

PALERMO – Il papocchio è servito. La soppressione del Corpo forestale, decisa dal governo Renzi per ridurre i costi, non si applica in Sicilia e in altre quattro regioni, dove gli agenti forestali hanno un inquadramento autonomo. Accade così che le funzioni adesso assegnate a carabinieri e vigili del fuoco siano diverse a pochi chilometri di distanza, da Messina a Reggio Calabria. Per affrontare il tema i dirigenti dei Corpi forestali autonomi – oltre a quello siciliano, Gaetano Gullo, i suoi omologhi di Val d’Aosta, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige – si incontreranno la settimana prossima.
In Sicilia ci sono 1.250 agenti forestali, che dipendono dall’assessorato al Territorio e che si occupano di contrastare i reati ambientali: nel 2014 le infrazioni accertate sono state 2.766, per irregolarità che vanno dall’abbandono di rifiuti all’abusivismo edilizio e al bracconaggio. Gli agenti veri e propri sono 750, ai quali si aggiungono cinquecento dipendenti con funzioni amministrative. Mentre in tutto il resto del Paese i loro colleghi dovranno confluire nelle altre forze dell’ordine, per gli agenti siciliani, sostanzialmente, non cambia nulla.
Cambia qualcosa, invece, per il coordinamento. Con un problema che per dire la verità è più pressante nelle altre regioni, che a differenza della Sicilia non sono circondate dal mare: per un’operazione sui boschi al confine fra il Veneto e il Trentino Alto Adige, ad esempio, i vigili del fuoco o i carabinieri dovranno passare il testimone ai colleghi della Forestale appena giunti al confine regionale. Problemi analoghi, anche se in misura minore, si potranno verificare per operazioni a cavallo dello Stretto di Messina. “Il nostro obiettivo – spiega Gullo – è rendere omogenee le competenze preservando le prerogative che ci sono state assegnate dallo Statuto”. Nonostante il papocchio.

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