Non si può amare profondamente ciò che si conosce solo superficialmente e quando l’oggetto della conoscenza è così ricco di storia, paesaggi, luci, suoni, colori ed emozioni, come nel caso della Sicilia, è davvero un grave peccato avervi trascorso inconsapevolmente la propria esistenza. Questa idea di impresa del prof. Fausto Provenzano che a suo tempo la brevettò, coniuga cultura e tecnologie multimediali. Ha sicuramente una forte valenza didattica ed identitaria per i residenti e un notevole potenziale di seduzione per i viaggiatori, specie per quelli dai giorni contati. Il mercato cui è rivolta è quindi rappresentato dalle scolaresche, dalle loro famiglie e dai viaggiatori e turisti in visita in Sicilia.
Il diorama multimediale. Immaginiamo un plastico della Sicilia in scala, di colore neutro, immerso in una vasca, al centro di un grande ambiente buio, insonorizzato e climatizzato, con una galleria a forma di dolce spirale che sale dal piano terra fino alla cima della struttura con dei grandi schermi ben visibili da e per tutto il percorso: che lo spettacolo di sons et lumieres cominci! Ed ecco la nascita dell’isola e di quelle sue minori: quel paradiso che ammiriamo oggi nacque da un inferno di luci e tremendi suoni, tra eruzioni, cenere, lapilli e maremoti.
Proiettori dall’alto mostrano sul plastico dapprima la Sicilia com’era prima dell’arrivo dell’uomo per avvicendare poi le immagini di tutta la sua ricchissima storia, delle sue invasioni, dai fenici agli alleati dell’ultimo conflitto, dei suoi innumerevoli monumenti ed architetture. Durante il percorso è l’ologramma a grandezza naturale di Archimede o quello di Federico II o del generale Patton lungo la galleria a intrattenere i visitatori sugli eventi narrati mentre, in perfetta sintonia, sugli schermi scorrono le immagini reali o virtuali e sul plastico gli stessi eventi vengono geolocalizzati. La tecnologia digitale in uso nei più comuni video game renderà realistiche le scene di guerra e di vita comune nelle varie epoche.
Quali erano le arti e i mestieri nelle colonie greche, quale il cibo più comune e le tecniche per coltivare, allevare, pescare e costruire? Quali erano e come si viveva nelle principali città del mondo che conosciamo oggi mentre a Siracusa o ad Agrigento si costruivano templi e teatri? Passando dalla storia alle altre discipline, un ologramma di un botanico ci racconterà quali specie vegetali furono importate e quali sono invece autoctone, un economista ci descriverà dove e cosa si produceva e tuttora si produce in Sicilia, sempre integrando con un taglio divulgativo e sottotitolando i testi in altra lingua, immagini, suoni e luci sia sugli schermi che sul plastico.
Gli ologrammi dei giganti della letteratura siciliana spiegheranno le motivazioni dell’ispirazione delle loro opere e così via sino ad ammirare a volo d’uccello la bellezza e il fascino dei luoghi accompagnati da un sonoro emozionante oppure, dal livello dell’acqua, le coste circumnavigando a piedi l’isola e ammirando il suo profilo, dall’Etna a scendere.
Come realizzare l’opera. Prescindendo da risorse pubbliche pure attivabili, il segreto finanziario per la realizzazione di un’opera del genere sta in una sola parola: flussi. La qualità dei contenuti, del taglio divulgativo e delle tecnologie utilizzate dovrebbe suscitare tali emozioni da richiamare flussi cospicui di visitatori, adeguati e continuativi per finanziare il progetto. L’idea non è tanto distante, se non per la nobiltà dei contenuti, da un comune parco a tema. Il cervello dell’operazione dovrebbe stare nella capacità di raccontare in modo avvincente una storia, quella della Sicilia, attivando le migliori professionalità nella regia, nella documentaristica da National Geographic e nella scelta degli attori, delle musiche e delle voci narranti.
Non è un’idea semplice da realizzare, ma i creativi non mancano mentre per avvalersi delle migliori professionalità tecniche (anche per rubare il mestiere) sarebbe opportuno coinvolgere le migliori società del settore (ce ne sono nel nord Italia, ma soprattutto all’estero) magari con una bozza della storia che si vuole raccontare realizzata attraverso materiale recuperabile in rete: un investimento minimo, necessario però a coinvolgere partner e finanziatori!