CATANIA – Candeloro Bellantoni si è dimesso dal ruolo di direttore generale dell’Università degli studi di Catania. Il dirigente milanese ha rassegnato ieri le sue dimissioni presentando una lettera dai toni fortemente polemici. L’insediamento del direttore risale a circa un anno fa a distanza del quale afferma di aver ora dovuto “registrare l’assoluta carenza delle primarie condizioni per portare avanti questo impegno, nonostante il prezioso e leale contributo di un ristretto gruppo di collaboratori”.
Nella sua lettera ripercorre i mesi appena trascorsi, durante i quali “ho cercato -dice nella sua lettera – di tener conto delle più svariate e mia sia consentito anche delle più risibili, richieste proveniente da più parti. Ma tutto ciò non è servito a nulla”.
Bellantoni sottolinea come la scelta di rinunciare all’incarico derivi dalla mancata individuazione di un comune punto d’incontro con l’università alla quale non risparmia peraltro dure critiche. “A tutt’oggi – scrive Bellantoni – riscontro che la mia azione amministrativa risulta quotidianamente rallentata non solo apertamente ad opera di chi continua a vedere nel sottoscritto, per le ragioni più assurde e bieche, lo straniero da avversare”.
Insomma, Bellantoni sostiene di essere stato ostacolato nella sua attività. E lamenta, inoltre, la (presunta) illegittimità di talune richieste avanzate dall’ateneo. “A causa di quella prassi, mi sia consentito, distorta e profondamente radicata nel tessuto amministrativo, fatta di continue e pressanti richieste, prive di alcun fondamento logico-giuridico, il cui accoglimento non mi è proprio possibile, perché condurrebbe la mia azione amministrativa lontana, oltre che dai veri obiettivi cui essa deve tendere, anche da quei principi d’imparzialità; buon andamento; efficacia ed efficienza sui quali deve fondarsi, e dal rispetto di quel principio di meritocrazia che sempre e in via esclusiva dovrebbe orientare nella valutazione del personale le scelte di chi decide, e che ha permesso in primis al sottoscritto di conseguire importanti traguardi , basati sull’effettivo impegno quotidiano”.
L’elezione di Bellantoni a direttore generale dell’Ateneo catanese era peraltro finita al centro di un procedimento giudiziario non ancora concluso e promosso dall’ex direttore Lucio Maggio il quale non era stato ammesso ai colloqui selettivi. Una battaglia legale che ha visto l’accoglimento al Tar della sospensiva proposta da Maggio. Proprio oggi a Roma – coincidenza – si sta infatti svolgendo l’udienza dinanzi la Corte di Cassazione per un contro ricorso presentato dallo stesso Bellantoni. I giudici, su richiesta di quest’ultimo, dovranno stabilire quale organo giurisdizionale sia effettivamente competente a decidere sulla vicenda.