CATANIA – Li hanno trovati in camera da letto insieme. Due corpi senza vita. Una fucilata contro la moglie e un’altra contro se stesso. Nell’appartamento di via Lecce, nei pressi di via Giuffrida, ieri si è consumata una tragedia familiare. Una tragedia che i parenti dei coniugi Pristitto non riescono ancora a comprendere. Ancora a spiegarsi. Chi conosceva l’ottantaduenne parla di un marito innamorato. I due si erano sposati già adulti. Un secondo matrimonio per lui dopo che il destino gli aveva strappato la prima moglie. “Una coppia unita, persone perbene”, così li descrive chi li conosceva. A funestare le nozze è stata la malattia che ha colpito la donna. Una malattia che ha provocato sofferenze e dolore forse insopportabili. Familiari, conoscenti e vicini di casa sono ancora “increduli” da quanto è accaduto.
Saranno gli esiti dei rilievi effettuati dalla polizia scientifica a completare i tasselli di una dinamica che sin dal primo momento è apparsa chiara: omicidio-suicidio. Le indagini della Squadra Mobile sono scattate nel primo pomeriggio dopo l’allarme lanciato da un conoscente della coppia. La donna ieri mattina aveva una visita medica, quando non si è presentata in clinica in famiglia è scattata l’agitazione. Sono trascorse le ore e nessuna notizia arrivava. A quel punto, alle 14, un vicino di casa ha suonato al citofono di via Lecce. Nessuna risposta. Sono serviti i vigili del fuoco per aprire la porta chiusa dall’interno. Gli investigatori della sezione Omicidi, guidati da Antonio Salvago che si è immediatamente recato sul posto, non hanno trovato alcun segno di effrazione. Poi una volta arrivati nella camera da letto hanno fatto la drammatica scoperta. I due cadaveri e quel fucile, che Pristitto deteneva in casa legalmente. Era un ex cacciatore. L’arma è stata sequestrata per poter essere sottoposta agli esami balistici.
Nessuno pare aver sentito gli spari. Tutto potrebbe essere accaduto nelle prime ore del mattino, ma sarà l’autopsia del medico legale Giuseppe Ragazzi, disposta dal sostituto procuratore Angelo Brugaletta, a stabilire l’ora del decesso. Il momento in cui l’ottantenne ha deciso di prendere il fucile e farla finita, scegliendo quale doveva essere l’ultimo giorno del suo matrimonio. Nessuno saprà cosa sia scattato in quel momento. “Una storia di solitudine”, è l’unico commento di chi ieri ha trascorso il pomeriggio in via Lecce, fino a quando i due sposi sono usciti dalla loro casa all’interno di una bara.