PALERMO – All’appello, quando sulla carta mancherebbero solo tre settimane al gong, hanno risposto solo 8 Comuni su 256. E allora, messa alle strette sul Patto dei sindaci, il progetto di matrice europea per risparmiare sulle bollette energetiche, la Regione corre ai ripari: termini spostati dal 30 settembre al 31 gennaio, nella speranza – per dirla con le parole del direttore del dipartimento Energia Pietro Lo Monaco, che ha firmato la proroga – che “i Comuni capiscano l’importanza di uno strumento di programmazione di questo tipo, che fa risparmiare un sacco di soldi”.
La situazione, al momento, non è rosea. Al Patto dei sindaci – che secondo il consulente chiamato e poi silurato da Rosario Crocetta, Antonello Pezzini, avrebbe dovuto portare in Sicilia 5 miliardi di euro di provenienza europea – hanno aderito 256 Comuni siciliani, ma solo 8 (Altavilla Milicia, Belpasso, Castelbuono, Castellana Sicula, Marsala, Nicolosi, Petralia Sottana e San Pietro Clarenza) hanno depositato i Piani. Di questi otto progetti nessuno, almeno stando al sito ufficiale, ha ottenuto l’approvazione: “Ma in realtà – spiega Lo Monaco – su questo fronte la situazione è migliore. Quattro piani sono stati approvati: si tratta di Castelbuono, Castellana Sicula e altri due, ma non ricordo quali”.
Quello che conta, al momento, è però che i piani vengano presentati. “Abbiamo più volte sollecitato i Comuni – giura Lo Monaco – e da fine settembre in poi attiveremo un ciclo di incontri per venirne a capo. In sostanza, le amministrazioni non riescono a preparare gli studi, ed è per questo che si va a rilento”. Per questo, oppure, secondo il dirigente dell’assessorato, perché non si è compresa a fondo l’opportunità: “Solo passando a lampade a Led nell’illuminazione pubblica – assicura – si risparmierebbe il 40% sulla bolletta. Con i tetti fotovoltaici e l’efficientamento energetico si può arrivare al 50%”. Cioè, tradotto in soldoni, 100-150 mila euro all’anno per un Comune di 7-10 mila abitanti.
Certo, per farlo bisogna investire. “Ma i soldi – prosegue Lo Monaco – si possono ottenere a interessi zero attraverso il fondo Jessica. Parliamo di un investimento da un milione e mezzo ammortizzabile in venti anni: 75 mila euro all’anno vengono restituiti e gli altri 75 mila risparmiati restano nelle casse del Comune. Che può utilizzarli per la manutenzione delle strade o per abbassare le tasse”. Con programmi che, secondo l’assessorato, non risentiranno del prezziario per le opere pubbliche, che secondo il Movimento 5 Stelle contiene prezzi di gran lunga superiori al mercato: “Ai Comuni che hanno aderito – garantisce Lo Monaco – abbiamo chiesto di usare prezzi reali, ignorando il prezziario. Vigileremo perché i Piani siano attuati senza spese inutili”. Certo, posto che i Piani vengano attuati. Perché al momento la prospettiva sembra lontana. Ma adesso c’è qualche settimana in più. Basterà?
Il progetto europeo che secondo il governo avrebbe dovuto far piovere in Sicilia 5 miliardi è fermo al palo: hanno aderito 256 amministrazioni, ma solo una manciata ha depositato i piani. Scadenze rinviate dal 30 settembre al 31 gennaio. L'assessorato: "Un piccolo centro può risparmiare 150 mila euro all'anno".
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