“Dopo aver stipulato con il comune di Palermo un accordo abbiamo ricevuto dal comune la possibilità di gestire questa spiaggia libera attrezzata. Così nasce l’ Addaura Reef nel settembre del2006″ dice Caronna.
Avete gestito questa area fino al 31 dicembre 2011 perché è decaduta la concessione e perché non è più stata rinnovata?
“Subito prima della scadenza ci siamo premurati di domandare alle competenti autorità, al comunedi Palermo che è ancora concessionario, di dirci se avessero avuto intenzione di rinnovare laconcessione o di bandire una gara. L’assessore pro tempore Stefano Santoro ha scritto un atto di indirizzo – peraltro non indispensabile per bandire una gara – che finisce in giunta, la giunta cade e il comune ci intima di smontare entro una data di scadenza. Chiediamo una proroga per cause climatiche avverse che ci impedivano di smontare la struttura e la otteniamo fino al 29 febbraio. Durante questa proroga continuiamo a smontare e sperare che venga bandita la gara, ma questo non è avvenuto. Non sappiamo le ragioni. Circa venticinque dipendenti non avranno più il lavoro”.
Cosa ha perso Palermo?
“Occorre fare una premessa. Questo tipo di attività, se ben gestite, costituiscono un micro volano per l’economia perché impiegano persone. Attività che sono sottoposte a una serie di normative abbastanza restrittive che vengono applicate perché i controlli in questo settore sono meticolosi. Ed è giusto che sia così. Il nostro e gli altri locali della costa aprivano uno spiraglio sulla città diverso dalle montagne di rifiuti. Non voglio fare polemiche. È un fatto che questa struttura avesse un suo pregio e lo dimostra il fatto che è stato premiato da riviste del settore e da un consenso generalizzato”.
Generalizzato certo… ma c’era anche chi lo definiva solo per fighettini….
“C’è chi lo detestava, ma non esiste un locale che può essere frequentato da tutti. Se una determinata frangia della popolazione lo definiva un locale per fighetti pazienza. Io ci guadagnavoil pane”.
E adesso? Pensate di installare una nuova struttura?
“È un momento nel quale ci stiamo interrogando. Siamo quattro e ognuno ha riguardo della sua specifica branca. È un momento drammatico dal punto di vista economico. Il dialogo con le autorità è completamente nullo. C’è una miopia istituzionale dilagante. Non so se vale la pena pensare di installare una nuova struttura di quella caratura e con quell’avviamento con la scarsa ricettività che questa città ha. Abbiamo rivitalizzato una zona, un lungomare che era terra di nessuno. Mi voglio augurare che quel lungomare non ritorni la discarica che era fino a dieci anni fa”.