Assegnazione Addaura Reef,| Ceraulo: "Nessuna irregolarità" - Live Sicilia

Assegnazione Addaura Reef,| Ceraulo: “Nessuna irregolarità”

Al via il processo. L'ex assessore: "In cambio l'azienda realizzò i lavori di riqualificazione di quella parte di costa".

PALERMO, parla l'ex assessore
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PALERMO – La gestione delle spiagge a Palermo approda in tribunale. Il caso è quello del lido Addaura Reef di punta Priola, gestito dalla società Calanica snc, finita sotto inchiesta per una presunta assegnazione irregolare della concessione per la gestione del tratto di costa da parte del Comune di Palermo.
Il processo, apertosi in dicembre, si celebra davanti alla terza sezione penale del tribunale di Palermo presieduta da Vincenzina Massa.
Imputati nel procedimento Daniele Di Gregoli, rappresentante legale della Calanica snc, Corrado Caronna, uno dei soci dello stabilimento, l’ex dirigente dell’ufficio Grandi eventi del Comune di Palermo Massimo Collesano, l’ex responsabile comunale del Servizio mare e costa dell’ufficio Opere pubbliche Girolamo Aldo Carano e Antonino Restivo e Gaspare Sorrentino, titolari di due ditte che avrebbero emesso false fatture per consentire alla Calanica di giustificare gli stanziamenti ottenuti della Regione.
La vicenda venne a galla a seguito di un esposto anonimo presentato in Procura. Dalle indagini preliminari emerse infatti che la concessione dell’area costiera sarebbe stata effettuata dal Comune di Palermo in favore della Calanica senza una gara pubblica. Le accuse contestate a vario titolo agli imputati dal pm Alessandro Picchi sono truffa ai danni della Regione, abuso d’ufficio ed emissione di fatture false. L’area marittima demaniale su cui sorge l’Addaura Reef rientrava nel progetto, approvato nel 2004 dal comune, secondo il quale quel tratto sarebbe dovuto essere destinato alla creazione di una spiaggia attrezzata. Due anni dopo, nel 2006, la stessa zona era stata esclusa a seguito di una delibera nella quale il Comune si prendeva formalmente la responsabilità di bonificare e rinaturalizzare l’area. Il passo successivo vede l’assegnazione dell’area demaniale alla “Calanica”, che avrebbe inoltre usufruito del finanziamento regionale, pari a 230 mila euro di fondi Por, favorendo esclusivamente i guadagni della società e non la creazione di una spiaggia attrezzata a prezzi convenienti.
E proprio in merito al meccanismo delle concessioni, oggi in aula è stato chiamato come teste Lorenzo Ceraulo, all’epoca dei fatti assessore comunale alle Coste. Rispondendo alle domande del pm, Ceraulo ha dichiarato che ad occuparsi della gestione delle coste fosse l’ufficio grandi eventi del Comune di Palermo. “L’obiettivo della delibera del 2004 era quello di individuare delle aree da riqualificare da destinare a spiagge libere attrezzate, Punta Priola era una di queste” . Per quanto riguarda poi l’assegnazione alla Calanica l’ex assessore ha continuato: “La ditta si impegnava alla realizzazione dei lavori di riqualificazione e decementificazione senza nessun onere per il Comune, per questo motivo credo sia stata affidata la concessione”. Per l’ex assessore, insomma, “in questo modo il Comune avrebbe potuto recuperare una zona costiera senza spendere soldi”. La parola è poi passata al contro esame della difesa: l’avvocato Antonino Gattuso per Collesano, l’avvocato Daniele Mormino per Di Gregoli e Caronna, l’avvocato Antonino Caratozzolo per Restivo, l’avvocato Milazzo per Carano. L’udienza è stata rinviata al prossimo 20 marzo.


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