Denise, in Aula Linares difende il commissariato di Mazara - Live Sicilia

Il giallo Denise, Linares in Aula difende l’ex commissario di Mazara

Il processo all'ex pubblico ministero Maria Angioni per false informazioni al pm

MARSALA (TRAPANI) – “L’ex dirigente del commissariato di Mazara del Vallo Antonio Sfameni faceva benissimo il suo lavoro e non aveva avuto alcun rilievo dalla Procura di Marsala che, anzi, più volte aveva riconosciuto la sua professionalità con elogi”. Lo ha detto l’ex capo della Mobile di Trapani Giuseppe Linares deponendo al processo per false informazioni al pm all’ex pubblico ministero Maria Angioni.

Angioni, che indagò sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, ha denunciato, a distanza di anni, inefficienze della polizia e depistaggi delle indagini su Denise. Oggetto del processo come ha evidenziato in aula il pm Piscitello, è la presunta “inaffidabilità o infedeltà, all’epoca, del commissariato di Mazara”.

Angioni ha dichiarato che da maggio 2005, proprio sulla base dei suoi dubbi sull’operato della polizia, non diede più deleghe di rilievo al commissariato di Mazara, ma si limitò a delegare soltanto adempimenti meno importanti. Oggi, invece, il pm Piscitello ha prodotto “atti da cui si evince – ha detto – la perduranza delle indagini di polizia del commissariato di Mazara anche dopo maggio 2005. Sono 49 documenti del 2005 e non si tratta di deleghe poco importanti”.

Piscitello ha poi smentito le parole del consulente della Procura di Marsala Gioacchino genchi: “Non è vero quanto riferito da Genchi nel processo di primo grado a Jessica Pulizzi e a Gaspare Ghaleb, e cioè che Stefania Letterato all’improvviso aveva smesso di parlare al telefono con Anna Corona. Le sue dichiarazioni sono smentite dalla lettura dei brogliacci delle intercettazioni da cui emerge che le due donne continuarono a parlare per tutto il periodo delle intercettazioni”.

Dalle dichiarazioni di Angioni emerse che Stefania Letterato, amica (e poi moglie) di Antonio Sfameni, all’epoca dei fatti dirigente del commissariato di polizia di Mazara, potesse aver saputo che la Corona era sottoposta ad intercettazioni e averla avvertita. Da qui l’interruzione delle telefonate tra le due donne, smentita oggi dal pm. Circostanza che anche Sfameni, attualmente capo della Squadra mobile di Catania, ascoltato ad inizio udienza, ha categoricamente smentito. “I rapporti con la Procura di Marsala erano distesi – ha spiegato Sfamemi -. C’erano anche occasioni conviviali con i vertici dei commissariati di Marsala e Mazara e i magistrati della Procura. Io indagato? Mai avuta alcuna notizia in tal senso, né formalmente né informalmente”

Evidenziando, poi, tutta la sua “amarezza” per i sospetti nati a causa dei suoi rapporti con la Letterato, il funzionario di polizia ha mostrato copia dei numerosi “encomi” ed “elogi” ricevuti nel corso della sua carriera dall’ex procuratore di Marsala Antonino Silvio Sciuto, capo dell’ufficio quando sparì Denise, dal questore e persino dall’ex capo della polizia Manganelli. Elementi che smentiscono che i pm diffidavano di lui. Alla prossima udienza, il 23 giugno, verrà ascoltata Maria Angioni e due testi della difesa, rappresentata dagli avvocati Stefano e Andrea Pellegrino.


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