21 Gennaio 2008, 14:30
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Eccolo tutto lì, il gotha della mafia palermitana, intercettato, indagato e portato in carcere nel giugno del 2006. Antonino Rotolo, capomafia di fede corleonese che aveva allargato la sua influenza a tutta la città, è stato condannato a vent’anni di reclusione e al pagamento di una multa di 2 mila euro. Era il capo del triumvirato che comandava Palermo: Rotolo-Bonura-Cinà. Anche Franco Bonura è stato condannato a vent’anni di reclusione col pagamento di 6 mila euro, mentre Nino Cinà, ex medico di Totò Riina, protagonista attivo della trattativa Stato-Cosa nostra che portò all’arresto dell’allora ‘capo dei capi’, ha scelto il rito ordinario, al contrario di quanto fatto dalla maggior parte degli imputati, tutti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni, possesso illegale di armi.
La sentenza è, infatti, sul filone principale del processo ‘Gotha’ (altri sono il ‘Gotha-bis’ e quello che si celebra a rito ordinario), che conta 44 imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Per loro i pubblici ministeri Maurizio De Lucia, Michele Prestipino e Roberta Buzzolani, avevano chiesto 604 anni complessivi di carcere. Fra gli imputati anche Andrea Adamo (condannato a 12 anni), capomafia di Brancaccio, arrestato con i superlatitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo, lo scorso novembre. Anche Pierino Di Napoli, capomafia della Noce, sconterà i suoi anni di carcere.
Il latitante Gianni Nicchi, pupillo di Rotolo, da lui incaricato di uccidere i Lo Piccolo, è stato condannato a 15 anni di reclusione e al pagamento di mille euro di multa. Infine Saro Inzerillo, la testa degli ‘scappati’ alla mattanza corleonese di inizio anni ’80, tornato in città, sconterà 10 anni.
Soddisfatti i pm antimafia, Maurizio De Lucia, Michele Prestipino e Roberta Buzzolani. “Non ho fatto i conti – dichiara a caldo De Lucia – ma abbiamo superato i quattro secoli di carcere. Siamo soddisfatti”. Il verdetto è stato letto all’aula bunker del carcere Pagliarelli. I detenuti nelle celle di sicurezza sono rimasti apparentemente insensibili alla lettura del dispositivo. I parenti, sono rimasti composti, chiedendo agli agenti di sicurezza almeno di far sentire la loro voce ai propri cari.
Riconosciute alle parti civili 6 mila euro, da liquidare in sede civile, come risarcimento danno per: Fai, Sos Impresa, Confindustria Sicilia e comitato Addiopizzo.
Imputato nel processo era anche Nicolò Ingarao, indicato come capomafia di Porta nuova (dietro inziativa di Rotolo) ucciso dal clan dei Lo Piccolo lo scorso giugno. L’imputato ‘eccellente’ Giovanni Mercadante, ex parlamentare siciliano, ha optato per il rito ordinario.
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21 Gennaio 2008, 14:30