PALERMO – “Dedicheremo un’associazione a Giulia per fare in modo che il ricordo di ciò che mia figlia era, rimanga sempre vivo e che il suo nome venga utilizzato per opere di bene”. La voce di Angelo Foresta, il papà della ragazza di 23 anni, si spezza mentre parla della figlia, rimasta uccisa nel terribile incidente in mare avvenuto in Croazia la scorsa settimana. Quella corda che si è sganciata era la stessa che teneva la giovane aggrappata alla vita: “E lei era la quintessenza della vita, la figlia perfetta, una ragazza molto matura rispetto alla sua età”, dice il padre.
Angelo Foresta, tecnico della Prevenzione presso l’Asp di Palermo, stava effettuando alcuni controlli insieme alle forze dell’ordine quando ha ricevuto la notizia che avrebbe stravolto la sua esistenza. “Giulia era il nostro progetto di vita. Io e mia moglie avevamo investito tutto su di lei e, ultimamente, stavamo discutendo sul suo futuro universitario e professionale”. Già, perché Giulia era ormai al quarto anno di Giurisprudenza e il suo libretto universitario era un susseguirsi di successi con il numero 30. L’ultimo, in diritto penale, una materia ostica che aveva comunque superato senza alcun problema. E così, aveva festeggiato l’ennesimo voto positivo.
Poi il viaggio, un premio per il suo impegno che le avrebbe concesso il meritato riposo insieme a tre delle sue amiche di sempre, Elisa, Caterina e Giorgia e, a metà agosto, la tappa di ogni anno a Lampedusa. “Le amicizie di Giulia sono da sempre state ben accolte da me e mia moglie, c’era davvero un bellissimo rapporto con noi, speciale. Si è sempre trattato di ragazzi e ragazze splendide. Elisa, ad esempio, veniva anche a dormire a casa nostra, la conosciamo da almeno dieci anni”. E c’era proprio Elisa sulla postazione del parasailng, con Giulia.
La ragazza ha raccontato di essere arrivata in acqua, in seguito alla caduta, dalla parte dei piedi. Più sfortunata, invece, la 23enne, giunta in mare con il capo. “Dovrà essere tutto accertato – dice Angelo Foresta – tramite il consolato veniamo costantemente aggiornati, ma non voglio ancora sbilanciarmi sui dettagli che ci sono stati riferiti. Per adesso attendiamo l’arrivo della salma, che sta purtroppo tardando. Ci sono dei tempi tecnici da rispettare perché mia figlia si trovava all’estero. Una volta terminato l’iter che permetterà la partenza, potremo salutare per l’ultima volta Giulia”.
Lei, il fulcro della sua comitiva, definita dagli amici “la ragazza che sapeva stare al mondo e rendeva felice chi le stava accanto”, viene descritta dal padre come “altruista e sempre disposta a difendere i più deboli”. Odiava lo spreco, le ingiustizie. Per questo – continua Foresta – insieme a mia moglie Teresa ho deciso di chiedere che non vengano più spesi soldi in fiori e necrologi. Sono già stati tantissimi e sufficienti i segnali di solidarietà e le manifestazioni d’affetto nei nostri confronti”. Ieri, infatti, il papà e la mamma di Giulia hanno reso noto il numero di un conto corrente in cui è possibile versare del denaro che poi andrà in beneficenza.
“Il momento attuale è critico, è un peccato spendere i soldi inutilmente. Vogliamo che questo denaro, sia un euro, siano mille euro, vada a chi ne ha bisogno, perché so che Giulia avrebbe voluto così. Dopo i funerali renderemo noto il nome dell’associazione o dell’ente a cui doneremo le offerte, e preciseremo quanto è stato raccolto. Dovrà però trattarsi di un’associazione seria – conclude – che renda onore al nome di Giulia, la figlia che tutto vorrebbero”.