L’attacco è di quelli duri e solleverà un vespaio di polemiche. “Il partito di Forza Italia è nato su commissione di Cosa nostra, è scritto nella sentenza di condanna a nove anni di Marcello Dell’Utri, e la riprova inequivocabile di ciò furono quei 61 seggi su 61 assegnati dall’Isola al partito di Arcore alle politiche del 2001”. E’ quanto scrive Antonio Di Pietro sul suo blog. “La minaccia del Partito del Sud è un chiaro monito rivolto a Silvio Berlusconi che non sta facendo, evidentemente, quanto promesso in quell’antico patto di cui Marcello Dell’Utri è stato garante per quasi un ventennio. Il Partito del Sud è il segnale che gli accordi politici alla base di Forza Italia in Sicilia sono in discussione”, accusa Di Pietro. “I messaggi lanciati in questi mesi dall’Isola parlano chiaro: i 140 milioni di euro a Scapagnini per il fallimento del comune di Catania e gli 80 milioni all’amico Cammarata per scongiurare quello di Palermo non bastano più. E così il premier promette nuovi soldi alla Sicilia e lo fa ancor prima di spiegare come verranno utilizzati e con quali coperture finanziarie. Nelle mani di chi finiscono questi immensi finanziamenti? E come vengono gestiti? La risposta la sappiamo, basti pensare alle indagini Why Not e Poseidon dell’ex pm Luigi de Magistris”, dice Di Pietro. E conclude: “Il Sud ha bisogno di investimenti, esteri e nazionali, ma prima bisogna riportarvi la cultura dello Stato, anzi lo Stato, di cui Falcone e Borsellino si erano fatti interpreti. Senza lo Stato e le sue garanzie, i capitali esteri, che spesso costituiscono la risorsa principale per lo sviluppo di importanti aree turistiche, non confluiranno mai nel meridione e quelli statali finiranno sempre nelle mani sbagliate”.
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