Pd, la sfida delle amministrative| “Coalizione larga e inclusiva” - Live Sicilia

Pd, la sfida delle amministrative| “Coalizione larga e inclusiva”

La neo presidente dell’assemblea dem, Ersilia Saverino, a tutto campo.
L'INTERVISTA
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6 min di lettura

CATANIA – Partito Democratico: lavori in corso. Ripartire da circoli e territori e tentare una sintesi tra le varie posizioni in campo. Il Pd etneo apre una nuova fase all’insegna di vecchie parole d’ordine. La sfida, neanche a dirlo, sarà quella di non farle restare ancora lettera morta. Ersilia Saverino, recentemente eletta presidente dell’assemblea provinciale del partito, traccia la strada da imboccare a partire dall’appuntamento con le elezioni amministrative.

Saverino, la fase congressuale si è conclusa non senza polemiche. Come la mettiamo con la ritrovata unità?
“Sì, si è concluso a Catania il congresso provinciale, superando così le divisioni che hanno caratterizzato per anni il nostro partito e iniziando un percorso unitario, certo non senza difficoltà e diffidenze, seguendo quanto già messo in campo dal nostro segretario  nazionale Zingaretti che con garbo e determinazione ha dato una svolta importante al Pd riportandolo ai valori fondanti della nostra storia”. 

E’ archiviata per sempre la fase delle faide interne?

“Finalmente uniti. La vera unità inizia dai fatti, dalle azioni, dai piccoli gesti che ti fanno capire che stai percorrendo la strada giusta”. 

Che partito immagina?

“Viviamo in una fase di interregno, come diceva Bauman  e questo spiega la crisi della governance, dell’autorità , della rappresentanza, siamo sospesi, nulla è solido intorno a noi. Tutto ciò detto prima del Covid-19 che con la sua forza distruttrice ha maggiormente inclinato il nostro pianeta, mandando in frantumi le nostre sicurezze, le nostre abitudini e il nostro futuro appare sempre più incerto. Oggi tutta l’umanità affronta un cambiamento epocale sotto diversi profili, è il momento del merito e della competenza, bisogna mettere in campo principi come comunità , cooperazione europea,  connessione, rete tra pubblico e privato.  Il nostro partito deve essere forza trainante, veicolo di buone pratiche politiche, in quanto progressista , riformista, attento alle difficoltà del momento, ma ancora più attento alle persone vulnerabili, agli ultimi, ed è  proprio  da  loro che dobbiamo ripartire. 
Il nostro futuro inizia adesso”.

Che schema proporrete alle amministrative?

“Il Congresso regionale si terrà a metà luglio a Morgantina e solamente dopo si potrà avere un quadro più chiaro. Come già annunciato dal Segretario Barbagallo questa due giorni sarà luogo di confronto e di proposte su temi vari tra cui le politiche amministrative che ci vedranno impegnati in diversi comuni.  Lo spirito comunque per affrontare le elezioni amministrative, deve essere quello che ci ha portato alla vittoria in alcune regioni, prendendo atto che bisogna giungere ad una coalizione larga ed inclusiva esprimendo una candidatura forte, autorevole e competente, tenendo conto delle diverse realtà locali”. 

Si fa sempre un gran parlare di circoli. Questa sarà la volta buona di vederli aperti e all’opera?

“Sicuramente. Come dicevo prima il nostro partito deve essere governativo e dare segni tangibili alle persone e far capire ma ancora prima comprenderlo noi che questa crisi può diventare una vera opportunità di cambiamento. La gente è stanca di tanto populismo, si sente tradita, frustata da tante promesse democratiche, da tanti proclami. Dobbiamo lavorare sulla fiducia, uscire dalle stanze e incontrare le persone. La fiducia non viene data per scontata ma si costruisce con autenticità, disponibilità, ascolto, coerenza tra parole e azioni. Il confronto è garanzia di libertà. Ed i circoli dislocati nel territorio devono saper interpretare le esigenze dei cittadini e tradurle in momenti propositivi rinsaldando il rapporto tra la base ed i vertici del partito”. 

Non crede ci sia un problema di classe dirigente. Come la mettiamo con donne e giovani? Il ruolo di presidente dell’assemblea è importante ma non equivale a quello di segretario. No?

“I ruoli diventano importanti se si svolgono con impegno e dedizione. Purtroppo ancora poco si scommette sulle donne e sappiamo bene quanto sia difficile per una donna raggiungere ruoli apicali poiché la politica è ancora coniugata ad un modello più maschile.
Onestamente il Pd ha sempre difeso la parità di genere ma i risultati ottenuti non sono ancora sufficienti  considerando le tante donne democratiche valide, preparate, competenti, meritevoli di rappresentare politicamente e istituzionalmente il proprio territorio. 
Va un plauso al Ministro Provenzano per il gesto forte e coraggioso con il quale ha declinato l’invito ad un convegno per la non presenza di donne al tavolo dei relatori, trattandosi non di uno squilibrio ma di una vera e propria rimozione di genere,  e nei fatti c’è la vera essenza dei valori. E tutto ciò avviene mentre nel nostro Paese crescono intelligenze e capacità femminili in vari campi, dall’impresa, all’economia, dalla solidarietà all’ambiente.
Stesso discorso vale per i giovani che spesso non vengono considerati e non trovano spazio forse per la loro inesperienza? Eppure porterebbero entusiasmo e novità coinvolgendoli e facendoli crescere all’interno di circoli che diventerebbero banchi di formazione politica e sociale. Perché i nostri giovani assieme alle donne e agli uomini sono indispensabili per una nuova ricostruzione economica, sociale e politica di questo paese in quanto le diverse sensibilità sono fonte di energia e di democrazia”.

Nel frattempo vi state organizzando per la proclamazione del nuovo segretario regionale a Morgantina. Che cosa dobbiamo aspettarci?

“La politica del fare, un partito che sappia mettere in campo tutte le forze, le intelligenze, le risorse e le energie che ha a disposizione, applicando ai nuovi modelli di comunità,  emotività, coraggio e impegno. Progettando modalità partecipative coinvolgendo associazioni, scuole, cittadini comuni, università, aziende sanitarie, e dare così una svolta di cambiamento alla governance, laddove la gente da spettatrice diventa protagonista di questa rivoluzione  sociale, economica e politica, che il virus ha messo in atto pensando che a volte dal nemico può derivare la speranza”. 

Il Pd è assente dal dibattito sulla città. Non trova? Che fare?

“Ci vuole un cambiamento di passo, impiegare l’arma della condivisione e non della divisione per una maggiore vicinanza e un maggiore ascolto del territorio. Il momento storico richiede a tutti noi impegno e fatica, occorre incidere profondamente nella risoluzione dei problemi del quotidiano con scelte concrete e prioritarie, con spirito di servizio, ma abbiamo bisogno di essere coadiuvati dai tantissimi cittadini che hanno a cuore le sorti di questo paese, della nostra isola , delle nostre città. Uno sguardo attento alle periferie, un capitale territoriale spesso abbandonato che paga un ritardo su tutto, servizi socio sanitari, collegamenti. La nostra politica deve essere operativa, proporre soluzioni ai problemi dell’economia, al lavoro diventato sempre più raro, programmare il futuro delle nuove generazioni, per far sì che i nostri giovani non siano costretti o ancora peggio scelgano di andare fuori non credendo più nelle capacità formative e opportunità di lavoro della nostra Regione. Dopotutto la politica è responsabilità, bisogna prendere decisioni difficili, spesso impopolari e sviluppare la nostra politica guardando sempre al futuro, svolgendola sempre in maniera seria ed innovativa non coltivando le  le paure e banalizzando tematiche serie. Purtroppo il nostro Paese, i nostri cittadini, i nostri giovani, le nostre imprese stanno già pagando per  l’incapacità e per  l’incompetenza dell’attuale governo regionale, e quindi ci dobbiamo battere per un’unione politica, fondata sulla partecipazione dei cittadini, una chiamata a raccolta  degli organismi sociali, istituzionali e della società civile con l’obiettivo di individuare insieme i percorsi idonei per dare a Catania e a tutto il territorio un’identità di metropoli mediterranea”.


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