CORLEONE (PALERMO) – Sul luogo in cui fu ritrovata la sua auto, adesso c’è un albero di ulivo. A volerlo piantare lì sono stati i colleghi di Giuseppe Liotta, il pediatra di 40 anni che un anno fa ha perso la vita nell’alluvione che ha tragicamente colpito il Palermitano. Si stava recando all’Ospedale dei Bianchi di Corleone, ma dai suoi piccoli pazienti non è mai arrivato.
E’ stato travolto dalla bufera che aveva già ucciso nove persone a Casteldaccia, trascinato dall’ondata di fango che lo ha restituito soltanto dopo le lunghe ed estenuanti ricerche delle forze dell’ordine e dei soccorritori. Tra loro, il gruppo di volontari che in quelle drammatiche ore ha supportato le operazioni anche di notte, soprannominati “Angeli del fango”, alcuni dei quali hanno organizzato il “Cammino per non dimenticare”.
Si svolgerà oggi, con partenza da piazza Falcone e Borsellino, a Corleone, per raggiungere l’ulivo che sarà così benedetto dopo una messa in ricordo del medico. “Il concentramento in piazza è previsto per le 8,30-9 – spiega uno dei promotori, Marcus Salemi, arriveremo all’albero poco dopo mezzogiorno. Ci teniamo molto a ricordare il dottor Liotta e il suo sacrificio per raggiungere il luogo di lavoro, ma purtroppo dobbiamo constatare che a distanza di un anno, nulla è stato fatto per migliorare le condizioni delle strade che portano al paese. Una moglie ha perso il proprio marito, i figli il proprio padre, ma la situazione è sempre la stessa. In caso di nuove piogge abbondanti, o di condizioni estreme come quella dello scorso anno, la zona diventerà nuovamente ad alto rischio”.
A lanciare l’allarme, quel giorno, era stata la moglie del giovane pediatra, Floriana, anche lei medico. Aveva perso ogni contatto con il marito, il telefono risultava irraggiungibile, il maltempo aveva messo in ginocchio tutta la Sicilia. L’auto era stata ritrovata chiuso a chiave, in una scarpata a valle della carreggiata: Liotta aveva tentato di chiedere aiuto, di fuggire a piedi per trovare probabilmente rifugio, ma era stato investito dalla furia dell’acqua. Una tragedia che ha profondamente colpito un’intera categoria, unita dalla speranza durante i terribili giorni delle ricerche e dal dolore dopo il ritrovamento del medico senza vita. A distanza di un anno, in quella zona travolta dal fango e dai detriti, sorge l’ulivo voluto dai pediatri dell’ospedale di Corleone. E’ stato soprannominato “l’albero della memoria”, perché nel luogo in cui Liotta ha trovato l’inferno, sarà per sempre impossibile dimenticare.