MONREALE (PALERMO) – Candele accese e ci si riunirà in preghiera nella chiesa di Sant’Anna a Pioppo, la parrocchia che ha organizzato giovedì sera una veglia per il ragazzo pestato la scorsa settimana e per tutte le vittime di violenza. Un paese sotto shock, dopo il brutale pestaggio ai danni di un ventisettenne: sarebbe stato aggredito da un uomo di 43 anni e dal figlio di 17 anni mentre tornava a casa. La vittima è in prognosi riservata all’ospedale Ingrassia, in attesa che le sue condizioni migliorino per potere essere sottoposto ad alcuni delicati interventi chirurgici. Un episodio di violenza e crudeltà che ha profondamente sconvolto il paese. Tanti i messaggi di vicinanza rivolti a giovane e alla sua famiglia. Così come non mancano le parole taglienti nei confronti dei presunti aggressori, soprattutto dopo la notizia della scarcerazione del 43enne. E intanto
Monreale non si gira dall’altra parte: la comunità chiede giustizia per il ragazzo che sta lottando per sopravvivere.
Nelle ultime ore è nato anche il gruppo ‘Giustizia per Alex’, su Facebook che in poco tempo ha raggiunto più di 3000 adesioni. “A distanza di appena 11 giorni dalla morte di Willy ecco che nel mio, nel nostro Paese un altro ragazzo è stato massacrato alla fermata dell’autobus, rimasto vivo ma trasportato in ospedale, lotta ancora per la propria vita. Le ragioni? Poco importano! La violenza non ha ragioni mai. La violenza non va tollerata. La violenza va condannata senza se e senza ma. Al mio, al nostro concittadino, auguro una guarigione quanto più rapida possibile e che i danni subiti possano non comprometterne la qualità di vita. In attesa che la Giustizia faccia il proprio corso auspico un’analisi attenta della propria coscienza da parte dei soggetti che si sono macchiati di tale violenza perché se una lezione hanno voluto dare quella che è arrivata è che la vita è un bene sacro e inalienabile, che la violenza non appartiene a questa società e che la parola rimane la più alta forma di comunicazione per difendere i propri diritti o per affermare e riconoscere i propri torti”. È il monito del sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono.