PALERMO – “Purtroppo c’è ancora un forte cordone ombelicale che lega politica alla mafia. Esiste una politica che ha basi vecchie che non può fare a meno di Cosa nostra”.
A dichiarlo nel corso della conferenza stampa in Procura, in merito all’arresto di sette estorsori a Montelepre, è stato Vittorio Teresi, procuratore aggiunto di Palermo, che ha aggiunto: “A questo punto voglio fare un appello diverso ai boss storici in carcere, nello specifico a Totò Riina e a Bernardo Provenzano. Ma anche al super latitante Matteo Messina Denaro.
A loro voglio dire – ha proseguito Teresi – che coloro che non hanno rispettato i patti sono stati i politici. I patti si basavano infatti sull’ottenimento di vantaggi, attraverso accordi prestabiliti con istituzioni o pezzi di esse. Accordi che sono falliti.
Il piano è risultato perdente – ha precisato il procuratore aggiunto – perché Riina e Provenzano sono in carcere a vita, gli altri no”. E poi, un appello è stato rivolto ai politici: “Che la smettano di cercare i voti dei mafiosi.
E’ necessario, ormai rendersi conto che chi si fa votare da Cosa nostra diventa il suo rappresentante nelle istituzioni e ne cura inevitabilmente gli interessi. E’ ora di metterci un punto – ha concluso Teresi, perché anche i mafiosi dovrebbero accorgersi di essere soltanto usati e presi in giro dai politici”.