Il procuratore Antimafia Grasso:| “Il profitto è la nuova religione”

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09 Ottobre 2010, 12:55

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Il volto nuovo della criminalità organizzata corrisponde a quello di imprese transazionali che gestiscono beni e servizi illegali. Il profilo del crimine globalizzato, sempre più somigliante a quello del terrorismo, è stato tracciato all’assemblea dell’Osce di Palermo dal procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. Quello che le indagini internazionali stanno oggi verificando conferma in sostanza le intuizioni negli anni ’80 di Giovanni Falcone che è stato un ”eccezionale quanto inascoltato profeta”. Grasso ha tracciato le strategie delle mafie che, pur mantenendo la loro sede operativa in Italia, hanno ormai allargato la propria rete con alleanze criminali con le organizzazioni di altri paesi. Sono state create cosi’ le condizioni per accordi, impiego comune di uomini e mezzi, spartizione di denaro e dei mercati. Le mafie, infatti, influenzano e sfruttano i processi geopolitici e offrono servizi secondo la logica di imprese transnazionali. ”Ci siamo trovati di fronte – ha detto Grasso – a traffici legati alla domanda la cui evoluzione e’ alla base dei mutamenti organizzativi”. Le tecniche ormai consolidate si fondano su una flessibilità operativa e su un’organizzazione a cellule di 3-5 elementi che presentano analogie impressionanti con le organizzazioni terroristiche con le quali sono stati accertati scambi e alleanze. ”Queste reti – ha sottolineato Grasso – garantiscono continuità ai traffici anche nel caso di arresto di singoli elementi o di intere cellule”.

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Il profitto è diventato, secondo il procuratore nazionale antimafia, per tutti la ”nuova religione”. Ma una spinta forte al consolidamento delle organizzazioni criminali viene dalla crisi globale, dal progresso tecnologico, dalla pirateria informatica e dal traffico merci. I metodi di contrasto più efficaci sono diventati le confische e i sequestri collegati al processo penale e alla pericolosità dei soggetti. E tutto questo, ha aggiunto, è il frutto del lavoro svolto da magistratura, forze di polizia, governo, ”in una parola, dallo Stato”. Grasso ha illustrato poi le difficolta’ di azioni che si scontrano con tecniche sempre piu’ sofisticate di occultamento e con le coperture assicurate dai paradisi fiscali individuati come il ”fulcro del riciclaggio internazionale”. Una minaccia forte viene ora dall’Oriente. Le mafia stanno scoprendo la Cina come un paese funzionale agli interessi della criminalita’ organizzata. La spiegazione di Grasso si collega allo sviluppo imponente della Cina che ha reso piu’ facile introdurre in quel paese enormi quantitativi di cocaina e da li’ trasferirli in ogni parte del mondo occultandole nei container tra ”tonnellate di merci in parte contraffatte”. Nell’area di Hong Kong sono schierati oltre cinquemila agenti doganali per frenare l’ ingresso di merci sofisticate e radioattive che poi vengono trasformate in giocattoli e prodotti pericolosi. Container e rimorchi vengono anche utilizzati per il traffico dei migranti. Per Grasso e’ diventata indispensabile la collaborazione internazionale. Non basta, ha detto, aderire alle convenzioni e ai protocolli. E’ necessario che quei principi vengano ripresi dalle legislazioni nazionali. L’Italia lo ha fatto e continua a farlo, ma non sempre si puo’ contare sulla collaborazione di altri paesi.

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09 Ottobre 2010, 12:55

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