TAORMINA – È stata un’emozione fra musica e parole; il tutto immerso nel magnifico scenario del teatro antico di Taormina. Questa l’esperienza di chi ha vissuto mercoledì 11 la prima rappresentazione del “Rigoletto” di Giuseppe Verdi nella città del monte Tauro. La recita, che andrà in replica domenica 15 luglio, s’inserisce nell’ambito del “Sesto Senso Opera festival”. Si tratta della prima edizione delle kermesse prodotta ed organizzata da Orangeblu, e che vanta presenze d’eccellenza del panorama artistico internazionale. La direzione d’orchestra è affidata al maestro Angelo Gabrielli, mentre la regia è ad opera di Bruno Torrisi, attore e regista siciliano, di Riposto, conosciuto ed apprezzato sia in teatro che nel piccolo schermo. “È una delle opere più belle di Verdi perché gradevolissima, ricca di romanze. Il pubblico esce fuori sazio”, ci racconta Torrisi.
Il Rigoletto è un’opera capolavoro della trilogia popolare di Verdi su libretto di Piave, tratta dal dramma di Hugo, “Il re si diverte”. “Il mio lavoro da regista ha puntato molto sul gioco dell’interpretazione degli attori. Abbiamo cercato di evidenziare i personaggi principali. Il viso, le espressioni, sottolineandone le reazioni”, spiega il regista.
L’opera ottocentesca rivoluzionaria, all’epoca oggetto di censure, racconta di un deforme e crudele buffone di corte che si burla con cattiveria di tutti e trama, all’occorrenza, scherzi e vendette crudeli. Ma pagherà caro le sue malefatte. Per uno scherzo del destino, le vicissitudini lo colpiranno nella sua unica debolezza: la sua figlia segreta che è la luce dei suoi occhi. Un messaggio potentissimo che ieri come oggi mantiene il suo effetto. “Viene fuori certamente un potere impunito – prosegue il regista – indifferente alle sofferenze del popolo. Un messaggio attuale. Non abbiamo però voluto attualizzarlo con i costumi o spostare d’epoca la rappresentazione. Sarebbe stato un tentativo inutile perché è quello che può accadere in qualsiasi tempo. Il mio compito era quello appunto di rispettare le volontà di Verdi e di Piave lasciando intatto il tessuto del testo e musicale ”.
Nella sua regia Torrisi ha adottato diverse strategie atte a creare un’armonia perfetta fra coro, scenografie e bellezza naturale del teatro greco di Taormina. “Sì, solitamente nei teatri per le grandi opere si realizzano dei veri e propri monumenti, però non ci piaceva l’idea di andare a costruire un imponente palazzo del Duca di Mantova che mettesse in ombra la bellezza del teatro antico. Ecco perché abbiamo optato per delle scene eleganti che “collaborano”, lasciando comunque intravedere il panorama archeologico monumentale del teatro. A Taormina è ormai una prassi, perché quel teatro è davvero bellissimo”.
Nello spettacolo, inoltre, il regista, con questa messa in scena, ha puntato a risaltare il lavoro dei cantanti spostando le azioni in proscenio affinché si potesse godere al massimo del fraseggio e dei virtuosismi canori. “Abbiamo voluto – dice – spostare le azioni sceniche in favore del pubblico. Così anche chi è seduto in alto può carpire le espressioni e vivere appieno i suoni e i cantanti. Sono loro che devono esibirsi. Ci è sembrata la scelta registica migliore per valorizzare il coro, la musica e il testo. Ho assunto questo ruolo con spirito di servitore, senza velleità. Taormina si rivolge ad un pubblico che va a teatro perché vuole vedere l’opera classica”, conclude il regista.
Il baritono Giovanni Meoni sarà Rigoletto, il soprano Desirèe Rancatore vestirà i panni della giovane Gilda, “Il ruolo del Duca di Mantova sarà affidato al tenore Raffaele Abete, il basso catanese Dario Russo impersonerà Sparafucile, il mezzosoprano Anastasia Boldyreva interpreterà Maddalena, Gaetano Triscari/Conte di Monterone, Giovanni Guagliardo/Marullo, Riccardo Palazzo /Borsa, Sabrina Messina/Contessa di Ceprano e Giovanna, Gianni Giuga/Conte di Ceprano, Noemi Muschetti/paggio e Marco Zarbano/usciere. Il Sesto senso Opera Festival si concluderà il 29 luglio con il concerto Grandi Voci sempre al teatro antico.