PALERMO – Le strade del destino sono tortuose, spesso inaspettate, e di sicuro impossibili da prevedere. Che un ragazzino di nome Roberto Crivello sognasse di poter giocare in Serie A, anche nello stadio della sua Palermo, era più che lecito. Che lo dovesse fare in una sfida fondamentale sia per i rosa che per la sua squadra, invece, era decisamente meno pronosticabile. Eppure il prato del “Renzo Barbera” è pronto per essere teatro di scontro tra la squadra di Ballardini e il Frosinone, matricola al primo gran ballo della sua storia, dove Crivello ha trovato l’opportunità di esordire in massima serie.
Un cammino segnato da due colori, il giallo e il blu. Quelli del suo Frosinone, che tra le grandi del calcio italiano sta dimostrando di poterci stare senza timori, e quelli della sua prima squadra, la Tieffe. Lì da dove tutto è iniziato, in quella Palermo che lo attende da avversario, Roberto Crivello ha mosso i primi passi che lo hanno portato al settore giovanile della Juventus. Una storia che nessuno meglio di Massimo Tutrone, uno dei fondatori del club giovanile palermitano, può raccontare: “Lo abbiamo cresciuto e accompagnato fino alla Juventus, dove ha vinto il torneo di Viareggio. Ha avuto un periodo molto difficile, ha perso il padre, ma ha reagito bene, diventando il calciatore che vedete tutti oggi”. Il punto di svolta della sua carriera arriva proprio col passaggio tra i professionisti: “A San Marino, lì ha vinto il campionato di C2 ed è andato a Frosinone col direttore Giannettì. Da lì un’escalation continua, ha vinto tutti i campionati a cui ha preso parte fino ad arrivare alla Serie A”.
Un traguardo sognato da lui e da chi lo ha cresciuto. Non solo la madre Mariagrazia e il padre, prematuramente scomparso qualche anno fa. Un successo che ancora oggi commuove la sua seconda famiglia, quella Tieffe che lo ha visto nascere da calciatore prima di diventare il terzino titolare di una delle più grandi sorprese del calcio italiano delle ultime stagioni: “Noi come Tieffe lo abbiamo cresciuto – prosegue Tutrone – siamo sempre in contatto con lui perché fa parte della nostra famiglia e non ci siamo mai staccati da lui. Siamo da supporto insieme alla sua famiglia e anche in questa occasione ci siamo sentiti”.
Non potrà essere una serata come le altre, quella che Roberto vivrà al “Renzo Barbera” non da spettatore, ma da giocatore e avversario. Qualche pensiero, ovviamente, ci sarà, ma nulla che possa distrarlo dall’impegno in campo, come afferma Tutrone: “Lui è tranquillo, anche se non sarà una partita come le altre. Giocherà nello stadio della sua città, una sfida particolare, ma è un professionista. Darà il massimo”. E per le sue famiglie, quella vera e quella calcistica, il tifo in vista del match sarà diviso a metà: “Seguo il Frosinone e sono grato al Frosinone perché ha dato a Roberto l’opportunità di affermarsi. Io spero in una sua grande prestazione, anche se giocano contro la squadra della mia città”.