CATANIA – Due ore di ritardo per Matteo Renzi al teatro Brancati. Problemi nell’atterraggio a Fontanarossa, per colpa della presenza di un ultraleggero in pista. Furbo, e nel suo stile, il sindaco di Firenze riesce a cogliere di sorpresa la bolgia di giornalisti e cameraman che lo attendeva e, sale sul palco e prende il microfono, evitando le domande di rito della stampa (a cui rilascerà le dichiarazioni alla fine del suo intervento). “Vogliamo trasformare le primarie del Pd” spiega al pubblico in sala “da un dibattito tra quanto è più bravo Bersani, Renzi o Vendola in un referendum sul futuro. Ve la dico così” afferma “in questi anni la politica ha umiliato e ucciso il futuro”.
E’ una cascata Renzi, a Catania, per la sua prima tappa nell’isola in vista del tour programmato per la campagna elettorale per le primarie del Partito Democratico. Ed è sui costi della politica, questa volta quella di Palazzo D’Orleans, che affonda il coltello: “Come è possibile che un parlamentare regionale in Sicilia prenda 16 mila euro al mese ed abbia il cosiddetto vitalizio, quuando dobbiamo andare a toccare i drammi di una regione che ha una disoccupazione giovanile allucinante e che vive una situazione pensionistica imbarazzante, e questo” sottolinea “vale per tutta Italia.” “Io sono d’accordo” continua “che bisogna riformare le pensioni, ma come si fa a riformare le pensioni se nei consigli regionali non si da l’esempio rinunciando alla doppia pensione che deriva semplicemente dall’incarico politico.” “E questa signori non è demagogia” evidenzia Renzi ” è solo buon senso”.
E su questa scia continua il monologo del leader dei “rottamatori” del Pd, riportando le sue idee nella terra della Trinacria e correlandole al voto di domenica per la scelta del nuovo Presidente della Regione: “Io credo che queste primarie possano essere la risposta a quanto è accaduto in Sicilia lunedì scorso. In quello che è accaduto in questa meravigliosa terra è emersa tutta la stanchezza degli italiani verso un sistema politico che ha dato tutto quello che aveva già da dare. Quando noi diciamo rottamazione” chiarisce Renzi “non intendiamo dire che gli anziani non servono più, come qualcuno vuol far credere anche in modo violento, noi non c’è l’abbiamo con gli anziani, perché si può essere giovani ad ottant’anni e vecchi a venti. Noi ce l’abbiamo con quelli che da vent’anni sono fermi nelle stanze del potere e stanno asserragliati sulle loro poltrone. A loro diciamo che devono fare un passo indietro ed andare a casa”.
E pieno in ogni ordine di posto il teatro Brancati, tra i presenti si riconoscono Giacomo Bellavia del Pdl, il sindaco di Nicolosi Nino Borzì, Andrea Vecchio, ex assessore di Raffaele Lombardo, che commenta: “Sono venuto a vedere sono curioso, Renzi dice che bisogna rottamare ed ha ragione”. Anche il segretario del Partito Democratico, Luca Spataro ha voluto dare il benvenuto a Renzi: “Io appoggio Bersani” commenta “ma era mio dovere accogliere un collega di partito in visita nella nostra provincia”.
Il sindaco di Firenze commenta anche i risultati del Movimento 5 Stelle, dal successo di Parma a quello, forse inaspettato, in Sicilia. “Se Grillo riesce a prendere le percentuali che prende, in presenza di un astensionismo come quello che conosciamo, non si ci può nascondere dietro l’alibi del voto di protesta. Siamo di fronte alla richiesta degli italiani di un cambiamento radicale, gli italiani vogliono che le persone siano coerenti con le cose che hanno detto”.
Il dito poi, Renzi, lo punta ai suoi colleghi deputati e senatori del Pd: “Mi piacerebbe che lunedì mattina il Pd andasse in Parlamento e proponesse il dimezzamento dei parlamentari, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, la individuazione di un tetto massimo ai dirigenti”. “Mi piacerebbe che il Pd uscisse dal torpore”. E’ l’appello del rottamatore democratico.
E non è mancata l’ironia sul palco del teatro Brancati. “Mi dicono che sono troppo giovane, che sono un bimbetto. Da molti colleghi partono le considerazioni anagrafiche, allora io” dice Renzi “che sono uno che non si prende troppo sul serio vi presento la mia biografia”. E parte uno sketch di Italialand, trasmissione comico-satirica de la 7… “Chi di anagrafe ferisce, di anagrafe perisce” chiosa il rottamatore.