Il sogno della compagnia aerea | Musumeci e l'ombra di Crocetta - Live Sicilia

Il sogno della compagnia aerea | Musumeci e l’ombra di Crocetta

Si ricomincia con i proclami, con i sogni e con i voli. Ma ci vuole concretezza. Altrimenti...

Che poi uno legge e gli viene un cattivo pensiero: diventerà bellissima o resterà crocettissima? Di recente, il presidente Nello Musumeci – chiacchierando con Mario Barresi de ‘La Sicilia’ – ha detto: “ Il mio sogno è una compagnia aerea siciliana”. Come? “Favorendo l’unione di imprenditori sani per una piccola low cost”.

Dove l’abbiamo già sentita questa? L’abbiamo sentita, nella sfumatura di un’aspirazione impossibile, da Saro Crocetta che venne da Gela, annunciando, tra l’altro, se la memoria non inganna: “La Regione avrà una sua compagnia aerea low cost con il nome e la struttura dell’Ast, Azienda siciliana trasporti”.

Lo stesso attuale governatore, in quel tempo strenuo oppositore, bollò l’uscita come una boutade: “È davvero sorprendente la eccessiva disinvoltura con cui il presidente della Regione fa passare per una iniziativa ordinaria la costituzione di una compagnia aerea”.

C’è chiaramente una differenza sostanziale tra la ‘visione’ di Saro e quella di Nello, la prima poggiata sul pubblico, la seconda di natura privata; dunque si tratta di grandezze incomparabili. Eppure, è il ripetersi di atteggiamenti, di argomenti e di suggestioni che autorizza la domanda irriverente: bellissima o crocettissima, come sarà la Sicilia? Perché lanciare l’amo dei sogni, dei progetti a lungo termine, quando ci sono cose concretissime, urgentissime e tragiche da affrontare?

Il crocettismo questo era nella sua essenza: la propaganda che precede la mancata soluzione dei problemi e prelude allo sfascio. Lo sguardo proiettato al futuro che trascura il presente. Un’interminabile sfilza di titoli giornalistici così concepiti: Crocetta (due punti) e le virgolette col proclama immancabilmente disatteso.

Il presidente Nello Musumeci, ovviamente, avrà ampia facoltà di prova dell’asserita discontinuità rispetto alla catastrofe politica del suo predecessore, con la fiducia che ogni inizio ha il diritto di pretendere. Ma i primi segnali – una giunta non eccelsa, assessori naif e poco propensi al profilo istituzionale, qualche suggeritore di troppo, qualche dichiarazione sovrabbondante – comunicano una sensazione inquietante di déjà vu. Speriamo di ingannarci.


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