PALERMO – I giorni delle critiche stanno lasciando il posto all’operatività ma non sono ancora archiviabili come acqua passata e così Luigi Genovese, ex deputato regionale e oggi presidente dell’Ast, fa spallucce di fronte agli attacchi sul suo cognome e sul curriculum incassando con un certo disincanto. “Sono abituato a leggere di tutto sul mio conto, certo alcune cose mi hanno fatto un po’ male – dice dal suo ufficio mentre l’orologio segna le 19:30 – ma prima di giudicarmi aspettino almeno il mio lavoro”.
Partiamo dall’Ast, da questi primi giorni.
“Sono giorni di studio e approfondimento sullo stato dell’azienda, una realtà che conoscevo in parte in quanto componente del Cda. Nel mio nuovo ruolo sto cercando di prendere coscienza di tutto ciò che riguarda Ast, anche le vicende meno recenti”.
Il rapporto con lavoratori e sindacati?
“Ho incontrato buona parte dei lavoratori, loro conoscono meglio di chiunque altro l’azienda. Sto programmando un incontro anche con i dipendenti delle altre sedi dislocate in Sicilia. Lo stesso farò con i sindacati. Mi hanno chiesto un incontro e accolgo ben volentieri questa richiesta. Vorrei incontrare tutte le sigle in maniera congiunta, sarò felice di recepire le loro istanze e di sapere cosa pensano del futuro dell’Ast”.

Obiettivo a breve termine?
“Il mio predecessore, Alessandro Virgara, ha avviato il processo di rinnovamento dell’azienda e un cambio di gestione. Mi piacerebbe che Ast diventasse davvero la ‘compagnia di bandiera’ della Regione”.
Ast è ormai una società in house della Regione e ha in mano meno tratte.
“Queste perdite di chilometri sono comprensibili in un’ottica di risanamento ma è chiaro che dispiacciono se pensiamo che questa viene identificata come l’azienda dei siciliani. Credo sia arrivato il momento per l’Ast di tornare al centro dell’attenzione e delle dinamiche della Regione. Mi auguro che si inizi a parlare di Ast ma non in chiave negativa, magari per un miglioramento dei servizi offerti”.
Restano le critiche fortissime per la sua designazione a presidente del Cda Ast, che rientra in uno scenario di intese politiche con Grande Sicilia di Raffaele Lombardo. Tra le tante cose lette, quale le ha fatto più male?
“Sono abituato a leggere di tutto sul mio conto ma non nego il dispiacere nel leggere commenti che mi tacciavano di incompetenza e che cercavano di farmi passare per uno che non ha studiato”.
A proposito, parliamo di curriculum?
“Ho una laurea magistrale in Giurisprudenza, sto facendo un dottorato di ricerca in diritto amministrativo, che tra l’altro affronta il rapporto tra la politica e la pubblica amministrazione, e poi ci sono tre pubblicazioni scientifiche. Insomma, non ho mai smesso di studiare eppure…”.
Eppure c’è chi sostiene che lei non abbia le competenze necessarie per questo compito.
“Alcuni si sono premurati di dare patenti di etica e di misurare il mio livello di studi senza neanche avere letto il mio curriculum. Poi sono passati alla presunta assenza di esperienze professionali: ma io ho ricoperto diversi incarichi in Cda di aziende private che si occupavano di trasporti. Sono stato dirigente di una società per circa quattro anni e oggi ricopro questo ruolo in una realtà imprenditoriale che si occupa di gestione patrimoniale e turismo. Del resto, se il mio curriculum non fosse stato all’altezza, questa designazione sarebbe stata bloccata”.
C’è poi un cognome ‘importante’, ammetterà che è facile pensare ad una nomina derivante dal peso politico dei Genovese.
“Se non mi fossi chiamato Genovese avrebbero detto soltanto cose belle sul mio curriculum, sconto anche questo ma ripeto: senza requisiti non avrebbero potuto nominarmi. Ad ogni modo, anche senza la presenza di Luigi Genovese sarebbe stata comunque una nomina politica. Credo che su questa vicenda assistiamo ad una buona dose di ipocrisia”.
Genovese al contrattacco…
“No, non attacco nessuno… ci mancherebbe. Rispetto l’Ars e le prerogative dei parlamentari. Non sarò io a giustificarmi sul mio curriculum, chiedo solo di essere valutato sul mio lavoro. Prima di criticare aspettino almeno la prima cosa che farò”.

