Il tempio di Demetra e Kore | Affidate la chiavi al Comune

Il tempio di Demetra e Kore | Affidate la chiavi al Comune

Superato l'ultimo scoglio burocratico che impediva la pulizia del sito archeologico

SIRACUSA – È arrivato l’ok della Procura: adesso la Soprintendenza può dare le chiavi al Comune che a sua volta può effettuare i lavori di pulizia e restituire alla dovuta decenza i resti del tempio di Demetra e Kore, a Siracusa. Con la nota arrivata stamattina agli uffici comunali tramite i carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio culturale di Siracusa, dovrebbe essere superato anche quest’ultimo scoglio burocratico che impediva la pulizia del sito archeologico di piazza della Vittoria, nella città aretusea. Sotto sequestro dal 25 luglio per lo stato di degrado in cui si trova, con assessore e dirigente comunali indagati per i mancati interventi di tutela, è diventato un po’ metafora della condizione dei siti archeologici “minori”, degradati e vittima di rimpalli burocratici riguardo alla loro salvaguardia.

La custodia giudiziaria era stata affidata al sindaco di Siracusa affinché ne curasse manutenzione e bonifica entro 30 giorni. A oggi di giorni ne sono passati 45 senza che alcun intervento sia stato effettuato. La sterpaglia è cresciuta, con essa il rischio di incendi. Le ragioni del ritardo le aveva spiegate qualche giorno fa il dirigente del settore Ambiente del Comune, Vincenzo Migliore: “La Soprintendenza non ci dà le chiavi”. Dopo un sopralluogo, al Palazzo di città si erano detti disposti a effettuare bonifica e diserbo, anche perché così è previsto nel decreto della Procura che attribuisce al Comune “l’obbligo giuridico di agire”, in quanto ente proprietario.

“Però – aveva raccontato il dirigente comunale – la Soprintendenza non ci ha voluto fornire le chiavi di cui hanno esclusivo possesso. E così hanno chiesto ulteriore autorizzazione ai magistrati”. Un eccesso di zelo, forse, visto che nel decreto di nomina della Procura erano già state date prescrizioni precise. Stamattina finalmente è arrivata l’autorizzazione: “Abbiamo ricevuto il via libera da parte della Procura attraverso il comando dei carabinieri – ha detto il dirigente comunale Migliore -. Si autorizza la Soprintendenza a mettere a disposizione il proprio personale per permettere l’accesso al sito e controllare l’esecuzione dei lavori”. L’intervento sarà effettuato dalla ditta che in città si occupa del Verde pubblico.

Il sequestro e l’indagine che ha colpito, per il reato di danneggiamento al patrimonio archeologico storico e artistico nazionale, il vicesindaco e assessore ai Beni culturali, Francesco Italia, e il dirigente dello stesso settore, Rosaria Garufi, avevano fatto molto rumore. Italia si era difeso additando la Regione: “Tiene bloccati da tre anni i soldi dello sbigliettamento del parco archeologico: quei fondi servono ai Comuni per la manutenzione dei siti archeologici”.

Di quadro normativo fosco parla l’ex assessore regionale ai Beni culturali, la siracusana Mariarita Sgarlata: “È sul terreno della gestione dei siti ‘minori’ che in Sicilia si giocano gli scontri più accesi tra le Soprintendenze e i Comuni quando, in assenza di un quadro normativo chiaro, non si manifesta la volontà di agire insieme per il bene comune. Esiste un accordo quadro – ha ricordato Sgarlata – siglato da me nel marzo 2014 che anticipava di più di un anno il decreto del ministro Franceschini ‘per la concessione in uso a fondazioni e associazioni no profit di beni immobili del demanio culturale dello Stato non aperti alla fruizione pubblica e non adeguatamente valorizzati’. Va registrato – ha aggiunto – l’assoluto disinteresse che i successivi assessori regionali ai Beni culturali hanno mostrato nei riguardi di questo accordo che fissa una cornice entro cui i soprintendenti e i direttori di musei e parchi archeologici possono stipulare convenzioni con associazioni come Legambiente Sicilia, Sicilia Antica, Rangers, Italia nostra, Archeo club Italia e Unpli (Unione nazionale proloco d’Italia). È stato possibile firmare questi accordi – ha concluso Sgarlata – grazie ad una legge regionale del 94 che prevede per  la Regione e gli Enti locali la possibilità di stipulare convenzioni di questo tipo con organizzazioni di volontariato iscritte nel registro generale da almeno sei mesi”.

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