"Il Vittorio non può chiudere| se il San Marco non apre"

“Il Vittorio non può chiudere| se il San Marco non apre”

Cgil, associazioni e la VI Municipalità insieme a Librino.

SIT - IN AL CANTIERE DELL'OSPEDALE
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CATANIA. “La chiusura dell’ospedale Vittorio Emanuele deve avvenire contestualmente all’apertura dell’ospedale San Marco”. E’ l’appello lanciato ancora una volta dai cittadini, associazioni, sesta municipalità e rappresentanti della CGIL nel corso di un sit svoltosi stamane proprio di fronte ai cancelli del cantiere. L’idea che l’area Catania sud possa rimanere sprovvista di un’adeguata copertura sanitaria non sarebbe affatto un’ipotesi remota, secondo loro. Un quadro di incertezze tale da spingerli a riunirsi nella “Piattaforma per Librino” nata a sostegno del completamento del presidio. “L’ospedale San Marco ancora non apre, mentre il presidio del Vittorio Emanuele è in procinto di chiudere. – hanno affermato Sara Fagone responsabile Cgil per le periferie e Giacomo Rota, segretario generale Cgil – e Il pronto soccorso del Vittorio Emanuele sta già ultimando il trasloco di attrezzature al policlinico”.

Secondo Fagone e Rota non sarebbe affatto logico che il potenziamento del policlinico universitario (già operativo) preceda il completamento dell’ospedale San Marco, quest’ultimo ormai quasi ultimato. “Ci sembra chiaro – spiegano – come ci siano interessi perché la struttura non decolli. Ma a rischio è la salute di migliaia di cittadini. I ritardi nel completamento (in parte incomprensibile) di quest’ultimo, sembrano essere una copertura di comodo ad una volontà politica di non trasferire, a Librino (decisamente popolata e logisticamente ben collegata), la pianta organica dell’ospedale Vittorio Emanuele, con la conseguente immediata attivazione del San Marco” – hanno aggiunto.

Di ieri è inoltre la notizia dello sblocco dei lavori da parte del tribunale. Una boccata d’ossigeno giunta a seguito delle controversie giudiziarie che hanno interessato la Tecnis, azienda titolare dell’appalto. Entro la fine del 2016 sarebbe prevista l’inaugurazione del polo. “E’ certo che l’ospedale aprirà ma non sappiamo come e quando – prosegue Rota – Sono ancora molti i nodi da affrontare in merito. Abbiamo voluto realizzare questo presidio con l’intento di invocare maggiore chiarezza relativamente alla vicenda. I problemi alla Tecnis non sono stati causati dall’intervento dello Stato, ma dalla gestione dei soci. I debiti c’erano già. Noi vigileremo sulla chiusura dei lavori al cantiere del San Marco. Questo ospedale si candida a essere un polo di eccellenza per il territorio. Non si può chiudere il Vittorio finché non aprirà il San Marco” – ribadisce Rota.

Nel corso dell’incontro di oggi è stato inoltre illustrato un documento redatto dalla Cgil e indirizzato alle istituzioni. “Per la Città di Catania ed il territorio circostante, – si legge – in un’ottica di redistribuzione equilibrata dei presidi sanitari è stata prevista la realizzazione delle due nuove strutture: Garibaldi nuovo e San Marco, ed il completamento del Presidio Ospedaliero Cannizzaro. Questa programmazione sanitaria risponde all’esigenza di dotare il territorio di Pronto soccorso qualificati, dislocati strategicamente in tre zone della cintura urbana: Cannizzaro, sulla direttrice jonica; Nuovo Garibaldi, zona Nesima/Misterbianco in direzione est e San Marco, zona Librino in direzione sud. La città, attualmente è dotata di altre strutture ospedaliere: il vecchio Garibaldi (destinato a diventare Pronto soccorso generale), il San Luigi Currò, il Policlinico universitario, l’Ospedale Vittorio Emanuele e il Ferrarotto (questi ultimi tre facenti parte della stessa enorme azienda ospedaliera, la stessa che dovrà gestire il San Marco)”.

La petizione popolare riepiloga le ripercussioni che ne potrebbero derivare da una mancata apertura del San Marco contestualmente alla chiusura del Vittorio. “Con la chiusura del nosocomio di via plebiscito l’intera zona sud della città e dell’area extra urbana rimarrebbe priva di presidio sanitario, specie per quanto concerne il Pronto Soccorso, con grandissime ripercussioni sulla popolazione ivi residente, mentre sull’altro versante (concentramento sul Policlinico) si rischia la paralisi sul piano del traffico e della viabilità, tenuto conto che si andrebbe a congestionare ulteriormente la zona a ridosso del Tondo Gioeni”.

Per lunedì è inoltre in programma un incontro con il sindaco di Catania Enzo Bianco. “Nell’incontro di lunedì avanzeremo una richiesta di audizione alla commissione Sanitaria per accendere i riflettori sull’emergenza a cui rischia di andare incontro la città” – ha concluso Rota.

“Vorremo che Bianco – ha affermato Sara Fagone – ci stesse vicino in questa battaglia, così come ha fatto con l’attivazione della classi superiori. Come non vorremo ancora una volta che l’esigenze di questo quartiere vengano dimenticate e lasciate per ultimo. L’ospedale di San Marco non può rischiare di finire nel calderone di incompiute. È una battaglia comune che continueremo a portare avanti”.

Presenti quest’oggi tanti cittadini del quartiere. “Le istituzioni devono attivarsi per rendere quanto prima operativo l’ospedale di San Marco. Non si può aspettare che prima avvenga la tragedia. Occorre predisporre l’ospedale di tutti i servizi, primo fra tutti il pronto soccorso. Dirottare parte del flusso di utenti sulla circonvallazione anziché su Librino ci pare una follia” – ha detto Cristina Cascio, preside della scuola Angelo Musco. “È assurdo che l’area sia sprovvista di un piano illuminazione e fognatura. Al prossimo consiglio faremo presente anche questo problema – ha detto infine Lorenzo Leone, presidente sesta circoscrizione.


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