Tensione ai funerali di Ilaria | Indagate 2 ragazze di 18 e 16 anni - Live Sicilia

Tensione ai funerali di Ilaria | Indagate 2 ragazze di 18 e 16 anni

Ilaria Boemi

La prima avrebbe comprato la sostanza stupefacente poi ingerita da Ilaria. Per la minorenne la denuncia in stato di libertà riguarda il reato di cessione di droga. Ai funerali il fratello di Ilaria contro i giornalisti: "Vergogna, avete scritto cose false. Era una bambina, aveva solo 16 anni e tanta voglia di vivere. Non faceva uso di stupefacenti". Professori e compagni di classe fanno quadrato per difendere la memoria della ragazza.

Messina, l'ultimo saluto
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MESSINA – C’è una diciottenne indagata, oltre alla sedicenne, nell’indagine sulla morte di Ilaria Boemi, la giovane trovata morta in spiaggia a Messina. La nuova indagata, secondo gli investigatori, avrebbe acquistato la sostanza stupefacente ingerita da Ilaria. La polizia oggi ha sentito anche giovani nel tentativo di scoprire i pusher dell’ecstasy che potrebbe essere stata fatale per Ilaria.

La minorenne è indagata per cessione di sostanze stupefacente: avrebbe dato l’ecstasy a Ilaria. La denuncia in stato di libertà, che potrebbe aggravarsi con la contestazione del reato di morte come conseguenza di un altro delitto, è stata formalizzata dalla Procura per i minorenni di Messina. La polizia di Stato sta cercando di verificare la sua testimonianza. A lei gli investigatori sono giunti dopo il racconto dei due amici, una sedicenne e un ragazzo maggiorenne, che erano con Ilaria quando è stata colta da malore.

Tra i testimoni sentiti anche diversi minorenni. “Il quadro è abbastanza chiaro – confermava oggi una fonte impegnata nell’inchiesta – ma è difficile, per adesso, individuare un reato da contestare subito”. La cessione sarebbe avvenuta tra amici, e non direttamente dal pusher, che è l’obiettivo delle indagini. E di aver ceduto la droga a Ilaria Boemi sarebbe sospettata la ragazza. A fare il suo nome sarebbero stati due amici che erano con la sedicenne prima che morisse sulla spiaggia del Ringo. Sul caso sono attive due Procure: quella distrettuale e quelle per i minorenni di Messina.

Oggi, per un attimo, le indagini e le polemiche hanno lasciato il campo al dolore. E’ stato il giorno dei funerali di Ilaria. Una bara bianca ricoperta di rose con accanto un pallone a forma di cuore con la scritta colorata ‘Ilaria ci manchi’ in una chiesa, quella Valdese di Messina, che non è riuscita ad ospitare i numerosi partecipanti.

Presenti centinaia di cittadini e anche il sindaco Renato Accorinti. I giornalisti e gli operatori tv sono rimasti fuori: non erano graditi e qualcuno li ha insultati. Secondo i familiari e gli amici avrebbero “dato un’immagine distorta di Ilaria”. I compagni di classe della ragazza sono stati vicini anche durante la funzione alla famiglia Boemi. Hanno anche esposto due cartelli fuori dalla chiesa con foto di Ilaria. Ricordando la loro amica hanno scritto: “E il tuo sorriso cosa era un pezzo di volta celeste pura in mezzo a tutta sta bufera” e “Chissà dove eri, ti ho cercato tra le nuvole, ma tu non c’eri”.

Prima di entrare in chiesa familiari, professori e compagni di classe della giovane l’hanno difesa: “Non era quella che è stata descritta e che appare sulle foto di Facebook, era una ragazza splendida, buona, educata”. Secondo le sue compagne di classe “i media hanno puntato sull’apparenza estetica, ma caratterialmente Ilaria era tutta un’altra cosa” – ribadiscono le sue compagne di classe-“.

Anche suo fratello, Lillo Boemi, parlando con la Gazzetta del Sud la difende e dice: “Mia sorella era una bambina, aveva solo 16 anni e tanta voglia di vivere. Non faceva uso di stupefacenti. Se le analisi diranno il contrario vuol dire che qualcuno le ha messo qualcosa in un cocktail che aveva bevuto poco prima”. Poi l’affondo contro i giornalisti presenti al funerale: “Continuate a scrivere cose false sua mia sorella, vi dovreste vergognare voi non sapete niente”. I cronisti poi sono stati fatti uscire dalla chiesa. Lillo, che lavora in un cantiere edile, aveva gli occhi lucidi ed era accanto al padre Mario, operatore dell’Ato 3, benvoluto da tutti al lavoro, che fissava sgomento la bara della figlia. Accanto la moglie Mihaela, romena, che si arrangia con piccoli lavori. Subito dietro i tre fratellastri, due ragazzi e una ragazza, avuti da Mario Boemi con un un’altra donna e gli altri parenti. Molti dei presenti hanno espresso rabbia contro i giornalisti che avrebbero dipinto la ragazza come una drogata mentre secondo gli amici, i compagni di classe e i vicini era ” dolcissima, splendida e aveva un rapporto ottimo con tutti”. I familiari la descrivono invece come una ragazza normale che studiava, amava i piercing, suonava la chitarra, frequentava una palestra e praticava judo. “Molti – dicono gli amici – l’hanno condannata per i piercing, è veramente molto grave, hanno dato dei giudizi affrettati senza conoscerla” .

Intanto il presidente della V Circoscrizione, Santino Morabito, torna sul degrado della zona per precisare il suo pensiero: “non ho mai detto che il degrado che esiste nel lungomare del Ringo e sulla spiaggia sia collegato con la morte della piccola Ilaria e sono vicino alla famiglia per questa tragedia. La morte di quella ragazza poteva avvenire in quella zona come in altre della città. Non ho mai detto che l’amministrazione sia colpevole della morte di alcuno. Ho solo ricordato,come faccio da mesi – conclude – che questa zona è stata abbandonata dalle istituzioni, io ho risposto sullo stato dell’area non sulla questione relativa alla ragazza”.

Sulle voci circolate nelle ultime ore secondo cui la ragazza potrebbe avere assunto una pasticca di “ecstasy cattiva” è intervenuto il procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, esperto in reati di droga, che all’Ansa ha dichiarato:  “Parlare di ‘ecstasy cattiva’, seppur inconsapevolmente, rischia di generare equivoci. Tutte le pasticche di ecstasy sono potenzialmente mortali, perché gli effetti spesso dipendono non solo dal principio attivo ma da reazioni soggettive assolutamente imprevedibili”.

 

 


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