È morto un ragazzo ghanese in via Oreto, ieri sera, intorno alle otto. Passava con la sua bicicletta (nella foto) ed è stato investito da una Smart che non si è fermata. Aveva 21 anni, viveva nella comunità di Biagio Conte, era bravo a giocare a pallone. Brandelli di informazioni. Si chiamava Abib Jibrim. Era un signor nessuno tra tanti signor nessuno. Aveva anche la pelle nera. Chissà, sicuramente c’è una famiglia da qualche parte in giro per l’Africa che aspetta di avere notizie, o di ricevere qualche soldo da quel ragazzo, partito da lontano in cerca di un lavoro dignitoso per campare i parenti. Chissà, magari c’è una moglie, una fidanzata, un’amante che aspetta di raggiungerlo in quella che il continente nero vede come la nuova America. Sicuramente c’era la sua comunità, ieri sera, riversata nel tratto di via Oreto chiuso al traffico. Tante le lacrime tra gli amici che lo conoscevano e sicuramente continueranno a ricordarlo. Magari ne resterà l’immagine anche negli occhi del macellaio che per primo l’ha soccorso. Stava per chiudere il suo negozio quando ha visto la scena: una macchina, una Smart, che sfrecciava a tutta velocità lungo la via Oreto e che ha preso in pieno il malcapitato. Non si sono neanche fermati, sono scappati via. Il giovane è morto sul colpo. Di lui, oggi, solo un corpo senza fiato spalmato sull’asfalto, la bici sgangherata poco lontano. L’urto è stato così violento che la targa dell’auto che ha causato l’incidente è rimasta attaccata alla bici. Qualcuno ieri sera vociferava che la polizia fosse già andata a casa del proprietario del mezzo, su cui ricadrebbero le accuse di omicidio colposo e omissione di soccorso. Nessuna certezza, ancora, su questo aspetto della vicenda. Solo una bici sull’asfalto. E un corpo ormai freddo poco lontano.
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