CATANIA – “In merito alla scandalo legato alla gestione del Cara di Mineo martedì a Roma in Commissione nazionale Antimafia sentiremo il procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera”. Lo ha reso noto il segretario della commissione nazionale antimafia Angelo Attaguile incontrando i giornalisti a Catania. “Sulla pelle dei migranti e utilizzando una solidarietà di facciata – ha detto Attaguile – qualcuno si sta arricchendo infischiandosene delle reali necessità dei profughi, la maggior parte dei quali non vuole neppure rimanere in Sicilia”. “Noi siamo per aiutare chi veramente fugge da una guerra – ha proseguito Attaguile – e riteniamo di doverlo fare creando dei centri di accoglienza nei loro Paesi. Purtroppo è sotto gli occhi di tutti come qualcuno stia facendo soldi a palate alimentando un’immigrazione clandestina senza precedenti con oltre 150mila sbarchi nel solo 2014. Lo dicono anche gli indagati nelle intercettazioni che gli immigrati portano guadagni più facili rispetto alla droga e alla prostituzione”.
Attaguile, che è anche segretario nazionale di “Noi con Salvini”, ha sottolineato peraltro gli ingiustificati ritardi delle commissioni ministeriali territoriali. “La legge – ha osservato – sancisce che le commissioni dovrebbero esaminare le domande di asilo entro trenta giorni dalla loro presentazione e pronunciarsi nei tre giorni successivi. In realtà impiegano anche 18 mesi. Chi trae profitto da questi ritardi?”. “Inoltre – ha proseguito – la maggior parte degli immigrati non ottiene il riconoscimento dello stato di rifugiato e ricorre al tribunale, così i tempi di permanenza si allungano sino a 3 e anche 4 anni. Se pensate che nel 2014 dalle nostre parti sono sbarcati in circa 150mila significa che gli oltre 80mila ricorsi preventivati metteranno in ginocchio il distretto della Corte d’Appello di Catania come ha già preannunciato il procuratore di Catania Giovanni Salvi”.
“E’ strano – ha concluso Attaguile – che queste persone trovino migliaia di euro per il viaggio della speranza mentre poi in Italia si dichiarano nullatenenti così da beneficiare del gratuito patrocinio a carico delle casse pubbliche. Ogni ricorso costa circa 700 euro”.