TRAPANI – “L’amore di un padre, la mia determinazione, il fatto che sono siciliano di sangue, la vostra fratellanza mi danno una forza incredibile. Sono qui per combattere e lo farò come sempre per dare luce all’unica forma di giustizia possibile”. Sono le parole dell’attore Marcello Mazzarella a distanza di dodici giorni da quando suo figlio Piero è stato rinchiuso in una cella di sicurezza a Tokyo: il provvedimento è stato eseguito dopo un incidente con la bicicletta, l’impatto avrebbe procurato ad una donna la frattura di un osso del bacino.
Un episodio che, in base alle leggi giapponesi, potrebbe adesso costargli cinque anni di carcere e che ha trasformato questi ultimi giorni in un incubo per il padre, che sta cercando in ogni modo di risolvere una situazione tuttora poco chiara. “Sarei anche disposto ad andare a Tokyo, dove mio figlio si era recato per un viaggio spirituale, a bordo della sua bici. Tutti mi hanno consigliato di rimanere in Italia, la mia presenza lì sarebbe inutile per ovvi problemi comunicativi.
Da qui sono riuscito, anche se a fatica, a mettermi in contatto con l’ufficio legale dell’assicurazione stipulata da mio figlio prima di partire e forse, sul fronte del risarcimento, qualcosa ora si sta muovendo. Da quell’ufficio hanno preso contatti con l’ambasciata e ciò potrebbe permettermi di riprendere fiato”. Marcello Mazzarella originario di Erice, nel Trapanese, vive tra Roma e Parigi ed è conosciuto al grande pubblico per aver recitato, tra gli altri, nel film “Stanno tutti bene”, di Giuseppe Tornatore. Mazzarella ha anche interpretato Marcel Proust nel film “Il tempo ritrovato”, ha recitato in “Baaria” e firmato il soggetto del film che si basa sulla storia di Biagio Conte, oltre ad interpretare Placido Rizzotto nell’omonimo film. In questi giorni ha lanciato vari appelli su Facebook per rendere nota la vicenda del figlio: “Conto su tutta la solidarietà dei siciliani – ha scritto poche ore fa sul social network – del mondo del Cinema e di tutti voi che avete un cuore nobile. Sono vicino a mia figlia e alla madre di Piero e a tutti coloro che lo conoscono. Gli angeli continuano a lavorare per risolvere al meglio”.
Fatto sta che l’attore non ha ancora idea di cosa sia accaduto in Giappone, nessuno gli ha comunicato la dinamica del presunto incidente, non è inoltre stato possibile mettersi in contatto col figlio. “Sono riuscito ad avere il verbale della polizia, la quale traduzione mi conferma che non c’è nulla di certo. Attendiamo la decisione del procuratore, le indagini hanno durata di 23 giorni”.
In effetti, il documento non entra nel dettaglio: “Questa prova non chiarisce il grado del danno causato, la causa dell’incidente o l’esistenza di negligenza e la sua portata”, dicono le carte ricevute da Mazzarella. “Penso a mio figlio, è lì da solo, privato della sua libertà, senza cibo, senza soldi – conclude l’attore siciliano – e non so più cosa fare. L’unica certezza che ho è che voglio vederci chiaro, devo capire cosa è accaduto e come aiutare mio figlio. Farò di tutto per farlo tornare a casa sano e salvo”.