"In Sicilia si discute di sesso | mentre la barca affonda" - Live Sicilia

“In Sicilia si discute di sesso | mentre la barca affonda”

Davide Faraone, pidino inquieto, e la grande ammucchiata per le Regionali. "Non è più tollerabile che l'elefante regione Sicilia, costi ai cittadini due volte e mezzo la media delle altre regioni d'Italia".

L'INTERVISTA A DAVIDE FARAONE
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4 min di lettura

Tra cripto-checche, promesse di castità, inciuci e ribaltoni, si delinea la grande ammucchiata delle Regionali. Sopravvissuto a una stagione di rottamatori, all’esperienza delle primarie, Davide Faraone, pidino inquieto, approdato nel frattempo a lidi meno burrascosi e in procinto di correre per Palazzo dei Normani, dice come la pensa.

Onorevole Faraone, appunto, che ne pensa?
“Penso tutto il male possibile. Trovo ridicolo che mentre la Sicilia è sul lastrico il dibattito di queste elezioni regionali sia tutto concentrato su alleanze e gusti sessuali dei candidati. La situazione economica sarebbe meno drammatica qualora la nostra economia non fosse, in tempo di spending review, quasi interamente poggiata sui fondi pubblici. Un siciliano ogni 15 prende soldi a vario titolo da mamma Regione siciliana! Capite quindi cosa vuol dire per la Sicilia il taglio dei trasferimenti pubblici?”.

Insomma, la vede abbastanza male.
“Sì. Non siamo il Veneto, che ha un pil superiore del 75% rispetto al nostro d un’economia fondata prevalentemente su impresa privata. La regione culla del precariato e delle stabilizzazioni rischia di diventare la prima per licenziamenti nella pubblica amministrazione. Si può difendere un sistema vetusto e senza futuro che prima o poi ci esploderà nelle mani, o si può decidere, come io ritengo, di cambiare, uscire da un’economia da assistenzialismo clientelare e compiere una vera e propria rivoluzione sociale, convertire radicalmente la nostra economia, puntare sulle nostre ricchezze, sul nostro patrimonio. Ma ci vuole il dibattito giusto, non le chiacchiere di questi giorni”

Cioè?
“Bisogna dirlo con brutalità: il posto pubblico non può continuare ad essere il sogno dei giovani siciliani, la meta esclusiva. Il sole delle Alpi deve diventare, provocatoriamente, la nostra bandiera, non basta gioire per i guai della Lega, alcuni temi posti sono reali, dobbiamo tirar fuori la nostra economia dall’assistenzialismo. Dobbiamo puntare ad uscire dalle regioni obiettivo 1 cioè quelle che presentano “ritardi nello sviluppo”, non sperare di restare perennemente in quell’elenco per essere assistiti dall’Ue. I fondi comunitari che dovrebbero servire per investimenti sono stati invece utilizzati per spesa corrente, e l’Ue, giustamente comincia a spazientirsi e a congelare i trasferimenti. Così neghiamo il futuro alle nuove generazioni. E non vedo traccia del problema nelle parole della politica”.

Addirittura, il sole delle Alpi…
“Il contesto della provocazione è chiaro. Non è più tollerabile che l’elefante regione Sicilia, costi ai cittadini due volte e mezzo la media delle altre regioni d’Italia. Perché in Sicilia occorrono 150 auto blu con 150 conducenti che ci costano 15 milioni di euro l’anno e in Emilia ne bastano soltanto sei? É qualunquismo? É antipolitica? O semplicemente buonsenso? Perché il presidente della Regione Veneto e i consiglieri regionali percepiscono il 43% meno di quelli regionali, con lo stesso numero di abitanti, il costo della vita superiore del 9,4% e il 75% in più di pil? Non sono queste, come dice Stella, gabbie salariali al contrario per i politici?”.

Cambiamo pagina. Il Pd come sta?
“Ci sarebbe da discutere fino a domani sul criterio di nascita delle alleanze nel centrosinistra. Ricordo nel Pd riunioni fiume, dove veniva propinata l’ipotesi delle larghe intese. Direzioni, assemblee, dove l’idea era quella di tenere insieme tutto e il contrario in nome dell’antiberlusconismo. Io ad ogni appuntamento elettorale vedo, invece, la gara a chi non sta con il Pd. Si è passati dalla grande ammucchiata, al gioco delle coppie. A Palermo Pd+Sel ora Pd+Udc. Solo in coppia, come nelle barzellette dei carabinieri. Ho riso di gusto su una dichiarazione di Musumeci “contro proposta delle sinistre”. Qual è la proposta delle sinistre? Qualcuno mi spiega perché devo stare con Galioto e Dina e non con Pistorio o Massimo Russo o con Fava e Orlando? A destra si costruisce un’ armata Brancaleone per conquistare il potere, non per governare e riformare la Sicilia. A sinistra si assiste al trionfo dei veti”.

Tirando le somme?
“La verità è che potrà sembrare anche pesante il termine rottamazione, ma qui
giriamo con le Fiat Duna da una vita. Nel Pd gli stessi che ci hanno portato alla sconfitta a Palermo, guidano la macchina per le elezioni in Sicilia e comunque vada punteranno pure a guidare quella in campo per le nazionali. E negli altri partiti non vedo grandi venti di rinnovamento. Gli stessi protagonisti dal ’94 ad oggi, anche in Sicilia abbiamo i nostri La Malfa”.

La sua ricetta.
“Credo in un profondo rinnovamento del gruppo dirigente, trasversale ai partiti, a destra, come a sinistra a cominciare dai gruppi parlamentari con rispetto della regola rigida dei tre mandati. Invece vedo che i droghieri del Pd stanno lì a verificare se gli anni trascorsi in Parlamento sono quattordici e mezzo o quindici. Sembrano proprio droghieri col caratteristico: che fa, lasciamo?”.


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