PALERMO – “Volevo andare al sit-in di solidarietà per il PM Nino Di Matteo, ma temevo di perdermi tra la folla”: con un post su Facebook Vittorio Sgarbi annuncia il suo dietro front sulla manifestazione del comitato Scorta Civica, a cui in un primo momento aveva annunciato di voler partecipare.
Il sit in, che ha visto la partecipazione di circa venti persone alla Statua di via Libertà, era stato convocato per protestare proprio contro le parole di Sgarbi su Di Matteo. Il neo assessore ai beni culturali aveva detto che il pubblico ministero del processo sulla cosiddetta trattava tra lo Stato e la mafia “non è un martire, tanto è vero che Riina è morto e lui è stravivo”, e che Di Matteo avrebbe “cavalcato l’eroismo” creato dalle minacce ricevute da Totò Riina.
Gli organizzatori della manifestazione rispondono al post di Sgarbi: “Per manifestare a favore di qualcuno non si deve essere per forza in duemila: poteva anche venire, invece ha preferito presentare il libro di Totò Cuffaro, qui vicino. Noi invece siamo qui per ribadire che non condividiamo il suo messaggio, e che siamo con Nino Di Matteo”.
*Aggiornamento
Sgarbi, alla fine, non ha partecipato alla presentazione del libro di Cuffaro. Il neo assessore ai Beni culturali ha scritto una lettera all’ex governatore spiegando i motivi della sua assenza. Nella missiva si parla di “ragioni di opportunità” che “mi impongono – scrive Sgarbi – di non venire”. Il riferimento era all’annunciato sit-in davanti al Don Bosco, dove si è tenuta la presentazione del libro. “Ho invano cercato di spiegare che io non ho in alcun modo criticato l’amatissimo dottor Di Matteo ,ma ho semplicemente osservato che egli è stato esposto a un maggior pericolo ,con conseguente spettacolarizzazione mediatica,dalla, presumo illecita (ho fatto un esposto per verificarlo), diffusione delle intercettazioni, per loro natura riservate, delle conversazioni e delle minacce di Totò Riina a un suo compagno di prigione”, scrive Sgarbi. E ancora: “Prendo atto che, soprattutto nel mio ruolo istituzionale, in Sicilia non sono opportuni ,e forse nemmeno consentiti, la liberta’ di opinione e il diritto di critica, ovvero una agibilita’ politica non condizionata da poteri forti. Rinuncio ad occuparmi del presente,sul quale altri pretendono di avere l’incontrastato dominio fino al limite del pregiudizio”.