La Palermo “bene” non è quella di via Libertà, ma quella di chi lotta contro il racket e difende il territorio facendo economia “sana”. Ne è convinto il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, in una lunga intervista pubblicata da “La Padania”.
Il leader degli industriali palermitani traccia un bilancio del suo primo anno da presidente e indica la strada che, a suo avviso, si deve seguire per riscattare l’Isola dal giogo mafioso. “Qui il pizzo – spiega – lo pagano anche i parcheggiatori abusivi” anche se molto è cambiato. “Gli imprenditori – aggiunge – sono giunti a non pagare più l’estortore, ma non sporgono denuncia. Ed è su questo punto che dobbiamo insistere. Perchè senza la denuncia non si spezza la catena“. Eppure “sono convinto che la mafia si può debellare in quanto è anche un fatto culturale stanno cambiando. Un dato lo conferma: dei 20 imprenditori che hanno denunciato l’estorsore,solo uno è oltre i 70 anni, gli altri sono 40enni. La percezione è che stiamo tornando a sentirci più protetti dallo Stato che da Cosa Nostra”.
“A chi non ha più soldi per pagare in nero – prosegue il presidente – i clan forniscono servizi dietro regolare fattura così da scaricarci pure l’Iva. La mafia prima ti controlla l’azienda, te la fa crescere, poi te la porta via”. Albanese non usa giri di parole e rincara la dose: “Penso alla centralissima via della Libertà, quella della moda. E’ considerata il salotto buono della Palermo bene. Io dico che quella è la Palermo peggiore, è la Palermo del male. Da un lato propongo di boicottare gli acquisti, dall’altro chiedo alle aziende del Nord o alle grandi catene di non rifornire più scarpe e borse ‘firmate’ a quei negozi che si piegano al pizzo. Lo chiedo come Confindustria”.
E parte un’altra accusa: “C’è anche una parte di commercianti che quando apre un’attività va personalmente a cercare gli estorsori per mettersi in regola e magari trovare scorciatoie per vendere i loro prodotti. Questa è la parte peggiore e fa parte di una cultura arcaica vecchia di 30 anni. Significa non credere alle istituzioni e non riconoscere che noi abbiamo uno Stato”. Albanese lancia un appello: “La Lega Nord è una forza del territorio, lo difende e lo preserva. In Sicilia ne avessimo a centinaia di deputati come quelli del Carroccio, pronti a fare gli interessi del territorio… Ci tornerebbe utilissimo: sarebbe un’arma in più per difendere le nostre radici dalla piovra. La difesa del territorio è infatti la prima lotta alla mafia”.