Incendi, dolore e rabbia: la Sicilia piange i morti. "Piano criminale"

Incendi, dolore e rabbia: la Sicilia piange due morti. “Piano criminale”

Maria David e Salvatore Albano
La figlia di una vittima: "Mio padre lasciato solo"
LE REAZIONI
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TRAPPETO – Ci sono dolore e rabbia nelle parole di una figlia che ha perso il padre, morto ieri a Trappeto mentre tentava di salvare la sua casa dalle fiamme. “Ciao papi, sei stato lasciato solo. Non è stato un attacco di panico, sei morto per un’intossicazione da fumo. Nessuno è venuto ad aiutare te e gli zii a spegnere le fiamme, nessuno. Stavi combattendo contro quell’inferno”, dice Andreina Albano, figlia di Salvatore, 68 anni, morto ieri dopo che era divampato un incendio tra Trappeto e Balestrate, nel Palermitano.

“Nessun aiuto”

“Mio padre – aggiunge – ce l’ha messa tutta per salvare il suo terreno e la sua casa, le fiamme erano già entrate nel suo giardino bruciando gli ulivi e due casotti in legno, ma è stato lasciato solo. Nessuno ha risposto alle chiamate di aiuto, solo alle 18 è arrivato un elicottero a fermare una valle intera che bruciava. Un palo della luce è caduto e siamo quindi senza elettricità, ancora adesso. Servirebbero più controlli durante lo scirocco nelle aree con vegetazione e servirebbero anche più vigili del fuoco”.

Piangono i familiari di Salvatore Albano e piangono quelli di Maria David, morta a Cefalù nel disperato tentativo di salvare i suoi cavalli in contrada Salaverde nella zona di Mazzaforno. La pioggia delle ultime ore ha dato una mano ai vigili del fuoco. Restano il dolore, la rabbia e i sospetti.

Schifani: “Strategia criminale”

“È chiaro che dietro questi attacchi c’è una strategia precisa che forse va anche al di là della mafia. Spegniamo un incendio e mezz’ora dopo, a distanza di 500 metri, ne spunta un altro. È evidente che c’è una preparazione e il vento peggiora le cose”, dice il presidente della Regione Renato Schifani.

“Qui c’è una vera azione organizzata e preparata che viene messa in atto soprattutto nei momenti di ventilazione calda e scirocco – aggiunge -, quindi c’è un sistema di una perfezione tale che si può contrastare solo con la prevenzione. Noi possiamo avere centinaia di squadre ma i Canadair e gli elicotteri non possono girare di notte per motivi di sicurezza, anche se avessimo maggiori uomini non potremmo farcela con questa strategia delinquenziale”.

Il richiamo ai “Vespri siciliani”

“In Sicilia – prosegue Schifani – c’è bisogno anche di un maggiore aiuto da parte dello Stato come accade in certi momenti, ricordo ad esempio l’operazione ‘Vespri siciliani’. C’è dunque necessità di un impegno dello Stato per gli incendi, per presidiare adeguatamente il territorio. Noi metteremo le nostre risorse, compreremo, faremo attività di prevenzione senza sconti ma non basterà, occorrerà una più massiccia presenza dello stato con i suoi strumenti”.

La polemica con l’arcivescovo

Il governatore torna anche sulla polemica con l’arcivescovo di Cefalù. Monsignor Marciante ha parlato della necessità di “organizzare una protesta generale davanti all’inerzia colpevole dei vari governi regionali“. “È stata una notte complicata – replica Schifani durante un incontro a Barcellona Pozzo di Gotto organizzato dal deputato nazionale di Forza Italia Tommaso Calderone – e non si può andare avanti in questo modo. A me spiace essere stato costretto a infrangere quel principio della continenza che ho sempre cercato di seguire e che bisogna avere quando si hanno delle responsabilità, parlando poco e rassicurando, rinviando le polemiche a dopo”.

“Ieri ho infranto questa mia regola, perché ritengo sia stato inopportuno, quando la gente è preoccupata per la propria esistenza come ieri per gli incendi, che qualcuno si lamenti dei governi regionali e si paventino azioni di protesta. In questo caso mi sono sentito ferito come siciliano. Io sono abituato a fare squadra e questi sono i momenti nei quali dobbiamo fare squadra. L’opposizione fa la sua parte ma – conclude Schifani – ho ricordato al Pd che anche durante il governo Crocetta c’erano molteplici incendi. Ho chiesto senso di responsabilità”.

Nel pomeriggio il governatore, insieme al capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina, ha effettuato pomeriggio un sopralluogo nel territorio dei Nebrodi e a Cefalù. Schifani ha voluto constatare personalmente l’entità dei danni causati dai roghi e incontrare gli abitanti delle aree più colpite, invitandoli a denunciare eventuali situazioni sospette legate all’azione dei piromani.

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